23/03/2011
Non é certo una scoperta originale quella della potenza dei media nell’effettuare dei processi in pubblica piazza di persone indagate o arrestate e di incidere molto sulla formazione di una convinzione da parte di un cittadino sul medesimo caso. Confesso, però, che proprio stamattina (23 marzo 2011), ho percepito e constatato in modo diretto quanto questo sia vero. Vivo e lavoro in provincia di Milano e ieri i vari media regionali e nazionali hanno dato la notizia dell’arresto di un sindaco della provincia milanese. Ebbene, stamattina, tra gli studenti della mia scuola non si parlava d’altro: “…è stato arrestato il sindaco di tal comune…”. Ma già per loro era colpevole. Senza ancora che sia stato giudicato da nessun tribunale. Ecco i media, infischiandosene di qualunque forma di garantismo, riescono a giudicare ed anche a condannare in modo sommario le eventuali responsabilità di qualcuno che, invece, dai tribunali, non è stato ancora giudicato. E la storia della giustizia italiana contemporanea è ricca di casi, soprattutto da associare al periodo di “Tangentopoli”, di condannati dai media, molti dei quali si sono tolti la vita, che poi sono stati assolti e non risultati colpevoli dei reati ed accuse addebitati loro. Attingiamo dai media, ma non lasciamoci plasmare dai racconti che, a volte, sono romanzati. Questa è una mia riflessione di carattere generale, completamente staccata e indipendente dal caso specifico di cui ho fatto sopra menzione e del quale sarà la Magistratura ad esprimere un verdetto.