07/10/2011
Confesso che, prima di scrivere questo pezzo, ci ho pensato un po’, per il timore che quanto sto per esprimere possa essere interpretato come una sorta di “lezioncina” bacchettona e moralista. Però, l’incalzare degli eventi, che quotidianamente si susseguono, mi fa rompere gli indugi e fermare con questo breve testo ciò che penso; una sorta di sfogo da condividere. Se non altro riflettiamo e diciamo ciò che sta accadendo nel nostro amato Paese, patria di filosofi, letterati e uomini politici Seri, in tempi passati. Mi hanno insegnato che chi fa politica deve essere un esempio pubblico di comportamenti, onesto intellettualmente e non solo. Certo, ciò che una persona fa della propria vita privata è affare suo, ma se la persona in questione ricopre una carica istituzionale più o meno di rilievo, in questo caso, almeno secondo il mio punto di vista, non può e non deve permettersi che “sfumature” della propria vita privata offuschino l’incarico pubblico con ripercussioni forti su l’istituzione che, in quel momento sta rappresentando. E poi in virtù della globalizzazione dell’informazione quanto sta accadendo fa il giro del pianeta in pochi click. A me non interessa di che colore politico sia il rappresentante istituzionale di turno, non ne faccio una questione di “casacca”, il principio superiore invece, è e deve essere un altro: esempio di coerenza pubblica e privata. E non mi si venga a dire che ognuno è abilitato a fare, nella propria vita privata, ciò che gli piace, senza alcun freno o filtro. No! Forse, potrebbe valere se fossi un semplice cittadino senza incarichi pubblici, ma se lo sono, il mio imperativo morale deve essere: coerenza pubblica e privata. Sarà pure moralista il mio pensiero, ma oggi più che mai mi accorgo che sarebbe la vera “rivoluzione”.