02/08/2013
Camminare per le vie del Comune natale mi fa rivivere i momenti della mia infanzia e adolescenza quando, con i compagni di giochi, nelle giornate calde d’estate, ci si ritrovava giù nel vico per andare tutti insieme al mare. Poter risentire quelle stesse emozioni, a distanza di tanti anni, significa che, quegli anni, ormai trascorsi, sono stati significativi e sereni.
Proprio in questi giorni ripensavo al fatto che, questi ricordi, nessuno mai potrà togliermeli, nemmeno il tempo, che passa e fa il suo corso. Ho sempre amato il mare ma anche la campagna, mi danno un senso di infinito e di religiosa pace al tempo stesso.
Ascoltare, come ieri mi è accaduto, facendo un bel giro in bici, la “voce” delle cicale o dei grilli all’imbrunire, e respirare quell’aria fatta di profumi agresti, mi dà un senso di profonda pace; mi aiuta a riflettere; a guardare al mondo con occhi diversi. Il tempo che passa ma che, dentro ognuno di noi, sembra essersi fermato. E intanto Lui va avanti e noi a stargli dietro.
Mi è sempre piaciuto trovare in ciò che sembra banale, scontato, quasi insignificante, un valore e un significato più Alto, conferendogli quel giusto posto che gli spetta, perché facente parte del Creato. Ripensavo… i miei genitori non mi hanno mai fatto mancare nulla in affetto e beni materiali; di questo li ringrazierò sempre. Mi hanno, col loro esempio, trasmesso i valori del sacrificio e della carità.
Spesso, quando insegno ai miei giovani studenti, dico loro che devono servirsi della scrittura come mezzo attraverso il quale imparare a conoscersi meglio e farsi conoscere. La scrittura è, infatti, terapeutica, per l’anima e la vita di ognuno di noi. Ascoltare la “vocina” dentro di noi che ci pungola ed assecondarla, preparandole il sentiero per farle trovare la luce… dovremmo fare così, molto di più di quanto in realtà non si faccia.