04/07/2014

A volte mi capita di “mettere in pausa” lo scorrere dell’esistenza e, per pochi istanti, mi guardo indietro, ripenso e rivivo gli istanti della mia vita. E’ fisiologico o sarà l’età che avanza? Sinceramente, credo un po’ entrambe le cose. Mi chiedo se, nel percorso fatto, i miei gesti, le mie conoscenze, le mie passioni siano serviti e siano stati utili a qualcuno. Nelle intenzioni ci ho messo sempre queste finalità, con la speranza che, qualcuno abbia saputo trarne beneficio.

La mia professione di insegnante, da questo punto di vista, mi pone in una condizione di “privilegio”; dalle mie parole, dalla coerenza dei miei insegnamenti, per periodi prolungati, possono scaturire e riflettersi indicazioni determinanti, in grado di influenzare la crescita e la costruzione di giovani personalità e cittadini consapevoli. Non è facile svolgere al meglio questo ruolo, quando le variabili che interferiscono sono tante. Eppure, rimango convinto, nonostante le difficoltà, gli insuccessi, che la professione che ho scelto è quella che voglio. E quando si conclude un ciclo (tre anni di scuola media) in cui si è visti crescere questi ragazzi, e si è avuta la possibilità di trasmettergli conoscenze, passioni, gusto per la vita, quella voglia di “mettersi in pausa” per verificare quanto si è stati utili a Loro è tanta. Rimane la certezza di avere dato ed anche ricevuto tanta umanità ed affetto, quelli che valicano le aule di una classe o i tre anni in cui si è stati il prof. di Lettere, Storia e Geografia.