27/10/2015

Ci sono momenti in cui si sente l’esigenza di ringraziare persone, amici che, in diverso modo, contribuiscono alla scoperta e crescita di una passione, che dentro si è sempre avuta. Il nostro sentire e le nostri visioni sul mondo e del mondo possiamo rappresentarle utilizzando diversi canali comunicativi.
La poesia per me è da sempre stato quello preferito, accanto all’altro che amo da ormai tanti e tanti anni: la radio.

Da bambino, però, mi ha sempre affascinato la fotografia. Ricordo quando Peppe  (mio compare), mi “utilizzava” come soggetto delle sue esercitazioni fotografiche, spesso in bianco e nero e poi mi portava con sé nella camera oscura dello sviluppo. Fu così che cominciai ad essere attratto da quel gesto magico che riusciva a bloccare una espressione, un’emozione, un panorama.

Ricordo ancora oggi con emozione, quando ricevetti la mia prima macchina fotografica, la Kodak con quel flash a forma di cubo. E quando spedivo a Genova i rullini per lo sviluppo.
Da allora in me è rimasto quell’amore, ma non lo coltivai più di tanto. Ma le passioni sono come un fuoco che, anche se non visibile, cova sotto la cenere, aspettando qualcosa o qualcuno che gli permetta di riemergere.

Ed ecco che, qualche anno fa, è stata la passione per la fotografia di due cari amici, Mimmo e Pino, a fare scattare la scintilla, o meglio sono stati loro, inconsapevolmente con il loro esempio di fotografi appassionati, a spingermi a ritornare, ma soprattutto a riprendere “seriamente” a fare fotografia amatoriale.

Ma io sono curioso, provo sempre ad apprendere da ognuno, con la consapevolezza di chi sa di dovere imparare molto se non tutto.
Ed ecco sopraggiungere sul mio cammino altri cari amici come Elio e Luca, disponibili e sempre prodighi di consigli per chi, come me, deve ancora imparare tanto ma davvero tanto…