15/06/2016
Anche se si sapeva che avrebbe parlato del suo libro, ci si aspettava che cantasse. In realtà lo ha fatto solo alla fine, regalando ai presenti un mezzo brano. Il suo era solo un bisogno forte di parlare, di raccontare quella che è stata la sua vita. Mercoledì 15 giugno, a Milano, nella sede di quello che fu il “Teatro Smeraldo”, Cristiano De Andrè ha presentato il suo libro: “La versione di C.”. E’ la sua autobiografia, un libro che ha scritto, come lui stesso ha dichiarato, “per necessità terapeutica”. Raccontare il suo difficile e complicato rapporto col padre, Fabrizio e non solo, era qualcosa di cui non poteva più farne a meno; una sorta di autoanalisi, per provare a vivere il presente e il futuro senza nodi. L’incontro di Cristiano con le persone presenti è stato autentico, fatto di una visibile emozione da parte sua ed anche di impaccio, nella fase iniziale. Parole, attraverso le quali, ha ripercorso il difficile, anzi difficilissimo rapporto con suo padre, di quanto sia stato doloroso non ricevere evidenti segni di affetto e riconoscimento. Cristiano ricorda solo due episodi in cui il padre, Fabrizio, gli ha manifestato in modo fisico il suo amore e la sua approvazione: quando in Sardegna pescò un dentice da 5 kg e dopo la sua performance al Festival di San Remo. Non si nasconde Cristiano in questo suo racconto con una voce “impastata”. Non nasconde il problema dell’alcolismo profondo del padre. E i suoi occhi si illuminano quando parla della terra di Sardegna e dei suoi profumi; elle battute di pesca col papà. Si percepisce dal tono delle sue parole che la sua vita non è stata semplice e non lo è ancora oggi, ma dalla sua voce si intravede la presenza di un padre che, ora, paradossalmente, sente più vicino di prima. Guarda le foto