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BookCity Milano: Nicola Gratteri, "Padrini e padroni"

BookCity Milano: Nicola Gratteri, "Padrini e padroni"

19/11/2016




Intervista a Nicola Gratteri
 

Sono le ore 12:00 in punto, di un sabato uggioso di novembre e l’incontro, presso l’Archivio di Stato di Milano, ha inizio. Lui, Nicola Gratteri, attuale procuratore della Repubblica di Catanzaro, arriva in anticipo. L’incontro coordinato dal giornalista del Corriere della Sera, Cesare Giuzzi, si inserisce all’interno del “BookCity Milano” 2016.

Giuzzi inizia a dialogare con Gratteri, utilizzando l’ultimo libro, “Padrini e padroni”, scritto dal magistrato, assieme allo storico e giornalista, Antonio Nicaso. Gratteri esordisce, facendo i complimenti a Giuzzi perché, dalla sua prima domanda, si evince che il libro lo ha letto, a differenza di molti giornalisti che vanno in tv e non leggono i libri di chi intervistano. Sin da queste prime battute viene fuori la natura propria di Gratteri, schietto e trasparente nel suo modo di pensare e di agire.

Gratteri è sicuramente non un teorico dei fenomeni mafiosi e della “‘ndranghita”, ma uno che, quando parla sa quello che dice, perché da anni combatte sul campo il fenomeno.
Lucidamente ripercorre le varie fasi di evoluzione del fenomeno “’ndranghitista”, rimarcando come, ormai, i rapporti tra “‘ndranghita” e politica si siano invertiti e di quanto la politica vada ad elemosinare dalla “‘ndranghita”. La corruzione è il metodo di cui si serve, e non delle uccisioni, delle stragi, che fanno rumore. La “’ndranghita”, dice Gratteri, “è la mafia, almeno in occidente,  più ricca”; soldi che arrivano dal traffico di cocaina, l’unica vera fonte economica. “Dispone di tanti di quei soldi che può permettersi di comprare qualunque cosa”.

Un uomo semplice e deciso, Gratteri, caratteri ereditati dalla sua educazione familiare, perché è l’ambiente familiare a determinare le scelte future nel bene o nel male, di una persona.
Alla fine dell’incontro, ci si rende conto che si è dinanzi non a un eroe, ma ad un uomo, che “vive intensamente la sua vita”, perché convinto dei valori di giustizia, onestà e solidarietà ereditati dai propri genitori.

 

Frammenti video integrali dell'incontro

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