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Prima del Teatro alla Scala: “Madama Butterfly” senza politici ma con tante forze dell’ordine

Prima del Teatro alla Scala: “Madama Butterfly” senza politici ma con tante forze dell’ordine

08/12/2016


Il 7 dicembre, come ogni anno, segna l’inizio della stagione  al Teatro alla Scala di Milano. Un palcoscenico, o meglio una passerella per politici, personaggi dello spettacolo e via discorrendo. Come sempre tanti giornalisti e fotografi che, però, rimangono spiazzati perchè non hanno molto da fotografare o intervistare. I grandi assenti, infatti, sono i politici, colpa della inattesa crisi di governo, che ha costretto il capo dello Stato, Mattarella ad annullare la sua presenza. E con lui, il dimissionario presidente del consiglio, Renzi e tutti i ministri del suo governo che erano attesi.

Eppure, lo spiegamento di forze dell’ordine fuori, con tutta piazza della Scala transennata fino a palazzo Marino, è veramente ingiustificato ed eccessivo. Troppi, veramente tanti le forze dell’ordine presenti, come se fosse un assedio di guerra. Eppure di fronte a palazzo Marino, ci stavano dei tranquilli e pacifici manifestanti, che hanno lanciato solo qualche fumogeno ed espresso il disagio presente nel paese con  cori e striscioni vari.

Sin dalle 14:30 tutta Piazza della Scala diventa off limits per i comuni cittadini, bisogna fare una circumnavigazione per recarsi da una parte all’altra.
L’opera pucciniana, Madama Butterfly, è stata un successo: 13′ di applausi. Un’opera che, quando fu presentata (17 febbraio 1904) ricevette il disappunto del pubblico presente, anche se uno come Giovanni Pascoli, presente in sala, poi, fece recapitare al maestro Puccini, una cartolina su cui stava scritto: “Caro nostro e grande Maestro, / la farfallina volerà : / ha l’ali sparse di polvere, / con qualche goccia qua e là, / gocce di sangue, gocce di pianto … / Vola, vola farfallina, / a cui piangeva tanto il cuore; / e hai fatto piangere il tuo cantore… / Canta, canta farfallina, / con la tua voce piccolina, / col tuo stridere di sogno, / soave come l’ombra, / dolce come una tomba, / all’ombra dei bambù / a Nagasaki ed a Cefù”.

 

Reportage fotografico

 

 

Giovanni Certomà

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