07/03/2017
Qualche giorno fa spiegando ai miei studenti la regione dell’Africa occidentale, mi sono soffermato sullo Stato del Senegal. E convinto, dai tanti anni d’insegnamento, che i racconti diretti delle persone, hanno una maggiore efficacia sull’apprendimento, ho pensato bene di chiedere ad un mio giovane amico senegalese di raccontare il suo Paese.
Ho chiesto a Bass, così lo chiamo io, di registrare un file audio in cui mi parlasse della sua storia, di quella della sua terra e di ciò che di bello c’è in Senegal.
Bass è stato gentilissimo e mi ha detto subito di sì. Ha registrato il file, poco più di otto minuti e l’ho fatto ascoltare ai ragazzi, che ne sono rimasti colpiti, ma soprattutto sorpresi di venire a conoscenza della sua esperienza di vita, fatta di studi, profonda conoscenza del Corano, orgoglio della storia del proprio Paese.
Eppure Bass, è uno dei tanti stranieri arrivati in Italia, con regolare permesso di soggiorno, che vive senza un lavoro stabile; perché durante il tempo della raccolta delle olive va in Sicilia, dove una cassetta gliela pagano 3 euro e Lui che ne raccoglie mediamente otto al giorno, guadagna, dopo aver lavorato più di otto ore, solo 24 euro. Oppure quando gli capita, lavora per una cooperativa sociale. O solitamente, lo si può incontrare per le vie della Milano del futuro, a vendere dei libri.
Ecco dunque, l’importanza di fermarsi e conoscere l’altro, dagli l’opportunità di raccontare la sua storia. I ragazzi sono rimasti sorpresi proprio da questo, dalla storia che porta con sé Bass, ma così come lui, le decine di migranti che provano a vivere nella nostra Italia. Voglio condividere con voi il racconto dell’amico Bass, giovane senegalese in Italia.