30/07/2021
Come si fa a non conservare il ricordo dell’edizione numero 95, mediante un breve scritto; la sento come un’esigenza, quasi un “dovere morale”. Ciò che mi colpì quando venni per la prima volta a Castelbuono, a fotografare la corsa più antica d’Europa, fu l’accoglienza degli organizzatori e dei cittadini tutti; e quanto fosse quasi connaturata in ognuno di loro, “A Cursa i Sant’Anna”, visto che coincide coi festeggiamenti della patrona Sant’Anna. E dopo un anno di stop (2020), per la pandemia, causata dall’emergenza Covid19, la voglia di esserci ancora e immortalare con uno scatto, le gesta di questi “eroici” atleti - perché correre sul circuito di Castelbuono, significa, senza esagerare, essere degli eroi – era veramente tanta. Arrivare qualche giorno prima a Castelbuono, per raccogliere le testimonianze filmate di ricordi legati al Giro è stato estremamente interessante, mi ha permesso di conoscere in profondità l’indole dei castelbuonesi. E poi la voglia di riassaggiare la “pasta alla Norma”, dello chef Natale Allegra, era veramente tanta; e Lui, il giorno stesso del mio arrivo, me l’ha fatta trovare. Per non parlare della sua pizza con 72 ore di maturazione: si vive una vera esperienza sensoriale. E i panettoni della pasticceria Fiasconaro hanno fatto il resto, ma sono solo una piccola parte dell’affetto che, ancora una volta, porto con me alla ripartenza. E allora i nomi di Antonio, Giovanni, Michele, Giuseppe, Mario, Dario, Mariagrazia non sono altro che simboli di una familiarità vera; mi sento uno di voi. E nei miei 626 scatti, che raccontano l’edizione numero 95 del Giro Podistico Internazionale di Castelbuono, ho messo tutto me stesso.
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