27/03/2008

Il termine hacker deriva dal verbo inglese ”to hack” che significa ”fare a pezzi”, nel senso di smontare per vedere come è fatta una determinata cosa.
Gli hacher non sono quello che negli ultimi anni la gente crede, cioè pirati dell’informatica che creano virus, distruggono siti e attaccano computer eliminandone completamente il loro contenuto. Gli hacker sono dei programmatori esperti che creano software open source e gratuiti senza ricavarne alcun profitto, mettendoli a disposizione di tutti oppure esplorano l’informatica per curiosità e divertimento.
I primi hacker arrivarono negli anni ’50, quando al M.I.T (Massachuttes Institute of Technology), in America, degli appassionati di modellini di pezzi elettronici, nel momento in cui arrivò il primo processore(pdp-1) , iniziarono a provare a programmarlo in un codice binario composto di 1 e 0. Quindi, riuscirono a fargli eseguire 4 programmi e tutti quelli che lavoravano al M.I.T.
Invece, i veri pirati del computer si chiamano ”crakers”. Anche questa parola vuol dire ”fare a pezzi”, ma in senso negativo; sono loro a bloccare le reti internet e creare virus, warms e troyan, server internet e computer. In rari casi vengono arrestati. Una volta uno di loro è diventato il secondo ricercato al mondo dall’ FBI, perché si era connesso a dei loro server, ma dopo alcuni anni è stato catturato. Inoltre, non sono mancati casi di rapine compiute via internet ai danni di molti istituti bancari; ma in queste circostanze non è facile rintracciare i responsabili.

di
Valerio Balsamo - Laboratorio Informatica