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Milano: Dal Duomo alla Pinacoteca di Brera

27/03/2008


di
Classe 2^ D – Scuola Media Statale “Verdi” – Corsico (MI)

Il 27 gennaio scorso, insieme ai prof. Certomà e De Grandi ci siamo recati nel cuore di Milano, per visitare il Duomo e soprattutto la Pinacoteca di Brera.
Intorno alle ore 9.10, ci siamo avviati verso la fermata dell’autobus che porta a Bisceglie, dopo un quarto d’ora d’attesa, l’autobus è arrivato. Giunti al capolinea, abbiamo preso la metropolitana che ci ha portati in Duomo. Purtroppo, la facciata d’ingresso è interamente coperta dalle impalcature di restauro, quindi non l’abbiamo potuta ammirare, ma questo non ci ha impedito di visitare l’interno. Non appena entrati, abbiamo notato che su ogni parete ci sono delle grandi vetrate decorate; le navate che costituiscono la monumentale cattedrale sono cinque; e le colonne, molto grandi, non sono di forma perfettamente circolare. Prima di uscire ci siamo soffermati sulla statua di S. Bartolomeo, un martire scuoiato vivo, che come toga aveva la sua stessa pelle; una statua questa, particolarmente importante per gli studi sull’anatomia umana. Dopo essere usciti dalla porta laterale e visto il Palazzo Reale, ci siamo diretti in piazza Mercanti, che in passato era comunicante con piazza Duomo. Qui, dopo che la prof. De Grandi ha finito di spiegare, siamo corsi a mangiare al Mc Donald’s che, “casualmente”, si trovava li. Dopo esserci “abbuffati”, intorno alle ore 11:15, ci siamo diretti alla Pinacoteca di Brera. Giunti dopo circa venti minuti, abbiamo incontrato la nostra guida che, dopo averci fatto depositare zaini e giubbotti in armadietti chiusi a chiave, ha dato inizio al percorso didattico prestabilito. Siamo partiti dalla sala VI, dove abbiamo analizzato l’opera: “La madonna col bambino” (1510) di Giovanni Bellini. Questo dipinto rappresenta la madonna con il bambino in braccio e lo sfondo è costituito da un paesaggio montano autunnale. I colori sono molto opachi tranne che per l’elemento centrale. Su quest’opera abbiamo scoperto molte cose che a prima vista non avremmo notato, ad esempio la presenza di un animale su un altare, che sembrava una scimmia, ma la guida ci ha detto che si è scoperto essere un felino, di cui però ancora si ignora il suo reale significato all’interno dell’opera. Sempre di Giovanni Bellini e nella stessa sala, abbiamo visionato “La Pietà” (1470). Raffigura Gesù quasi morto sostenuto da Maria e Giovanni. Il dipinto ci ha trasmesso molta tristezza: i colori, le espressioni e il cielo hanno prodotta questa sensazione. Il terzo quadro, “Pala di Pesaro”, (dipinto fatto su assi di legno) di Girolamo Savoldo, l’abbiamo potuta ammirare nella sala XIV e solo attraverso una radiografia, visto che l’originale era sottoposto a restauro. L’ enorme opera (475 x 307 cm.), sembra essere divisa in due parti: quella inferiore raffigura quattro santi con sfondo il mare; la parte superiore rappresenta la madonna con il bambino in braccio e degli angeli al fianco, sono in paradiso e circondati da tante piccole teste di angeli. Quindi, ci siamo trasferiti nella sala XXII, qui la giuda ci ha proposto una specie di giochino: dovevamo trovare un quadro che ritraeva degli animali fantastici. Abbiamo poi scoperto che questi animali erano degli angeli e Pegaso, tutti prendevano forma dalle nuvole e anche in un’ opera famosa di Shakespeare, “L’Amleto”, alcuni giocano con le forme delle nuvole; il quadro ritrae anche un castello in lontananza e dei prati. Nella sala XXXV, invece, abbiamo ammirato “La veduta di Gazzada”, di Bernardo Bellotto. Ritrae un paesaggio lombardo collinare e una città all’alba e lo si capisce dalla luce e dal fumo fuoriuscente dal camino di una casa. Questo dipinto è realizzato su tela. La nostra visita a Brera si è conclusa passando per l’ultima sala, nella quale ci sono stati proposti due dipinti:“Il carro rosso”, o “Il riposo”, di Giovanni Fattori, e “Pascoli di primavera”, di Giovanni Segantini. Il primo riproduce la normale giornata lavorativa di un contadino. Il<
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