17/02/2010
Giuseppe impastato nacque a Cinisi, nel palermitano, il 5 gennaio 1948 da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato. La sua è una famiglia bene inserita negli ambienti mafiosi locali, basti notare che una sorella del padre sposò il capomafia Cesare Mazzarella che venne ucciso in un attentato nella sua automobile riempita di tritolo. Peppino, così chiamato dai suoi compagni, dopo aver rotto con il padre, con il quale avrà sempre un rapporto molto distaccato dati i suoi contatti con la mafia e Badalamenti (capo mafia locale) , e dopo essere stato cacciato di casa, fonda il giornale “l’idea socialista” e partecipa come dirigente al gruppo “Nuova sinistra”, schierandosi dalla parte dei contadini ormai sull’astrico, a causa della costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo. Nel 1975 organizza il Circolo "Musica e Cultura", un’associazione che promuove attività culturali e musicali e che diventa il principale punto di riferimento per i giovani di Cinisi. Il tentativo di superare la crisi complessiva dei gruppi che si ispiravano alle idee della sinistra "rivoluzionaria", verificatasi intorno al 1977 e il desiderio di denuncia, porta Giuseppe Impastato e il suo gruppo alla realizzazione di Radio Aut, un’emittente radiofonica che indirizza la propria attività nel campo della controinformazione e soprattutto in quello della satira nei confronti della mafia e degli esponenti della politica locale. Uno dei programmi più seguiti è “Onda Pazza” in cui si sbeffeggiano alcuni esponenti della mafia locale. Nel 1978 si candida tra le fila di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali di Cinisi. Venne assassinato il 9 maggio 1978. Il suo corpo è dilaniato da una carica di esplosivo posta sui binari della linea ferroviaria Palermo-Trapani. Le indagini sono in un primo tempo orientate sull’ipotesi di un attentato terroristico consumato dallo stesso Impastato o di un suicidio "eclatante". Nel gennaio 1988 il Tribunale di Palermo invia una comunicazione giudiziaria a Badalamenti. Nel maggio del 1992 il Tribunale di Palermo decide l’archiviazione del “caso Impastato”, ribadendo la matrice mafiosa del delitto, ma escludendo la possibilità di individuare i colpevoli e ipotizzando la possibile responsabilità dei mafiosi di Cinisi Nel marzo del 1996 la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, in particolare sulcomportamento dei carabinieri subito dopo il delitto. In seguito alle dichiarazioni di Salvatore Palazzolo, nel novembre del 1997, viene emesso un ordine di cattura per Badalamenti, incriminato come mandante del delitto.