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LA MAFIA...

21/02/2010


 

Per scrivere un testo argomentativo che parlasse di un fatto mafioso avvenuto in questi giorni, ho dovuto prima capire bene cosa fossela mafia. Mi sono documentata, leggendo alcune enciclopedie, cercando informazioni su internet e dando un’occhiata ai termini sul dizionario. Prima di essere una “organizzazione criminale”, la mafia è una “ organizzazione di potere”, la cui principale garanzia di esistenza sta nelle alleanze e nelle collaborazioni con alcuni funzionari dello Stato. La mafia si chiama “Cosa nostra” in Sicilia; “Camorra” in Campania; “’ndrangheta” in Calabria; "Sacra corona unita" in Puglia. I membri di queste associazioni si aiutano e si proteggono reciprocamente anche con l’uso della violenza o dell’intimidazione. Il termine viene spesso usato per indicare un modo di organizzare attività illecite. Più comunemente, per fare degli esempi, possiamo definire “mafioso” un sindaco che dà concessioni edilizie solo ai suoi “amici” o un professore che fa vincere borse di studio solo a persone a lui legate. Cercando su internet e guardando il telegiornale, mi ha colpita la notizia che parlava di una bomba esplosa in un bar di Troppa, in Calabria. A saltar per aria è stato il bar “Royal”, un locale di proprietà di Francesco Cimato, costruito all’interno di una palazzina di tre piani. Dodici persone sono state costrette a lasciare i propri appartamenti. Una coppia di anziani è stata salvata dai vicini appena in tempo e sette auto, parcheggiate vicino al bar, sono state completamente bruciate. Per ora le indagini sembrano essere orientate in varie direzioni e gli investigatori, non escludono nulla, nemmeno un azione mafiosa. Un altro fatto che mi ha colpita molto riguarda la tragedia del sisma che ha colpito l’Aquila; un gruppo di imprenditori che come avvoltoi si sono avventati sulla ricostruzione post-terremoto. Sono gli stessi costruttori al centro di un’altra inchiesta su appalti “truccati” e favori in occasione del G8 in Sardegna. Questi imprenditori, già dal pomeriggio del 6 aprile 2009, il giorno del sisma, costato la vita a 300 persone, si attivavano per mettere le mani sull’affare. Su questi fatti si sta ancora indagando, ma se fossero veri, ci sarebbe molto odore di mafia. Comunque, tante altre si leggono e si leggeranno ancora su questo argomento, allora io mi chiedo; quante persone ancora ci vorranno come Giuseppe Impastato? Si riuscirà a estirpare questa “cosa”? Mi auguro proprio di sì.

 

Rebecca Costadoni - 3^ B

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