I miei alunni

Racconti > NON HO PIU’ SPERANZA...

NON HO PIU’ SPERANZA...

27/03/2008




Erano le 5 del mattino la pioggia cadeva ininterrottamente sulle baracche dei ghetti, all’improvviso un boato e molti ebrei si svegliarono di soprassalto compresa io, una ragazza di 14 anni che fino a 2 giorni prima aveva vissuto in una delle ville lussose della Polonia. Chiesi cosa fosse accaduto ma nessuno mi seppe rispondere. Col terrore nel cuore Mi strinsi a mia sorella, sì avevo una sorella di nome Kimberly di 18 anni e un fratello di nome Oscar di 3 anni. Kimberly disse di non aver paura ma non era facile in quella situazione. Data l’ora cercammo di riaddormentarci ma il boato ci risvegliò. La gente incominciava a urlare e a scappare da ogni parte io presi in braccio mio fratello in cerca di un nascondiglio ma mia sorella mi fermò, forse aveva trovato una via di fuga. Io speranzosa corsi verso di lei cercando uno sguardo di conforto. Pochi minuti dopo mia sorella disse che aveva trovato un rifugio ma era troppo piccolo e noi eravamo in 3 e in quel luogo non potevamo nasconderci; data le dimensioni ci poteva stare solo Oscar. A malincuore lo lasciammo lì e scappammo in cerca di un altro rifugio, non avevamo alternativa. Eravamo già nel mezzo della piazza dove non c’era più nessuno ed ecco, da non so dove, spuntò un ufficiale tedesco che mi prese per i capelli e mi trascinò lungo il ghetto. Io urlai il nome di mia sorella ma non sentii alcuna risposta pensai che anch’essa fosse stata presa, ma nel mio cuore sperai che non fosse così. A un certo punto l’ufficiale si fermò, io vidi un treno merci fermo davanti a me, caricata sopra come bestiame, davanti mi si materializzò uno dei miei peggiori incubi: non vidi né acqua né cibo dalla, finestra filtrava a mala pena la luce del giorno che sembrava quella della notte, i corpi ammassati in un angolo del vagone. Ecco… pensai che tutto fosse finito. Mi dava sollievo sapere che almeno Oscar era in salvo. Guardando tra i morti riconobbi il corpo di quello che era stato del mio ragazzo, mi inginocchiai davanti a lui convinta fosse morto. Incominciai a piangere quando sentii un flebile sospiro. Subito cercai uno straccio con un po d’acqua fredda per posarglierlo sulla fronte. Ero molto felice, ma anche molto angosciata per la sorte dei miei fratelli. Appena si fu ripreso gli chiesi se in seguito avesse potuto aiutarmi a trovarli, mi rispose che, appena arrivati (ancora la destinazione era incognita) li avremmo cercati. I giorni passarono e le mie speranze diminuirono quando un giorno, il treno si fermò, eravamo arrivati a destinazione. Con le lacrime agli occhi vidi una lunga cancellata con su scritto “ il lavoro rende liberi ”. Io abbracciai Adam -il mio ragazzo- e gli augurai di vivere il più possibile; ci dovevamo separare le ss ci divisero in dui gruppi, maschi e femmine e quella fu l’ultima volta che lo vidi. I giorni successivi insieme ad altre 100 ragazze fummo trattate come bestiame, ai soldati non importava della nostra salute o di altro, volevano solamente che noi lavorassimo. Non ci potevamo fermare neanche un momento se ciò accadeva rischiavamo la vita, ormai non avevamo più forze in quei momenti pensavo solo alla morte, però poi pensai che non avrei dovuto lasciare da soli mio fratello e mia sorella. Trascorsero giorni, notti e ancora giorni, il tempo scorreva ma sembrava non passare mai, ormai me ne ero fatta una ragione, quando finalmente sentii l’aria della libertà, un gran boato gente che urlava dalla felicità. All’inizio non capii cosa fosse successo, poi vidi molti soldati di altre nazioni era il 1945, eravamo liberi nei giorni che seguirono ebbi la sola preoccupazione di ritrovare Oscar, Kimberly e Adam...

di
Daniela Sorrentino, Stallone Tatiana, Federica Castrovillari - 3^ N
Sorrentino - Stallone - Castrovillari - 3^ N

Lascia un Commento


Informativa ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/2003:
i dati personali, sono raccolti al fine di registrare l’Utente, di attivare nei suoi confronti i servizi richiesti e di prestare le relative comunicazioni. I dati sono trattati elettronicamente nel rispetto delle leggi vigenti. L’interessato gode dei diritti di cui all’art.7 D.Lgs 196/2003.