27/03/2008
Nella foresta amazzonica viveva un uomo di nome Yimmj. Yimmj si nutriva di animali che vivevano sia nell’ acqua che nel terreno e li uccideva con apposite lance costruite da lui stesso con pietre aguzze e affilate. Era sull’isola da circa dieci anni, e ci era capitato accidentalmente, quando, trovandosi su aereo, per turismo, l’ aereo per un guasto al motore scoppiò e lui fu l’ unico superstite. Yimmj si vestiva con gli abiti che recuperava dalle valigie rimaste nella foresta dopo lo scoppio dell’aereo e, con qualche difficoltà, li riusciva ad indossare, dal momento che i vestiti erano di taglia piccola e lui, invece, era di stazza robusta. Ormai, si era abituato alla solitudine. Da quando era sull’isola aveva iniziato a esplorare l’immensa foresta, di circa sei milioni di chilometri quadrati. A Yimmj, per i primi giorni sembrava tutto molto strano: migliaia di alberi (querce, piante con un fusto alto anche fino a 50m), numerosissime specie di uccelli, mammiferi, pesci e una quantità sterminata di specie di scimmie. Yimmj vedendo tutti questi animali si rallegrò e pensò che, quantomeno, ci fosse qualcuno a fargli compagnia, anche se non erano esseri umani. L’ambiente gli piaceva tantissimo e ormai conosceva tutte le specie animali. Ogni giorno andava sempre più avanti e si inoltrava con enorme curisità nella foresta. Yimmj si sentiva sicuro visto che aveva con sé delle armi, ma nello stesso tempo provava anche paura, dal momento che, nella foresta vivevano animali feroci che lo avrebbero potuto attaccare. Quando si fermava per trascorrere la notte, dormiva su un letto di foglie che si procurava dagli alberi; per stare comodo con la testa, invece, si utilizzava dei rametti senza spine e sopra vi metteva una maglietta. Continuava così ad andare avanti, giorno per giorno, e tutto d’un tratto si fermò spaventato perché vide, non lontano da lui, cinque persone senza vita. A tale visione, Yimmj si spaventò molto e pensò che attorno a lui si nascondesse un assassino; pensò che quello fosse un modo per indirizzarlo sulla strada per scoprirne l’identità, ma qualcosa attirò la sua attenzione... Si girò e vide delle fiamme, era un incendio che si stava avvicinando. Yimmj non sapeva cosa fare. Trovò, tra le piante, un altro percorso per evitare le fiamme, ma sfortunatamente anche lì c’era del fuoco. Yimmj stava sudando ed era molto preoccupato, ma non c’ era tempo da perdere, doveva trovare il modo per venire fuori da quella situazione. C’ era soltanto una cosa da fare: attraversare le fiamme, ormai alte; si fece coraggio e in breve tempo riuscì a sorpassare il fuoco. Se la cavò con qualche scottatura e bruciatura. Mentre stava “festeggiando”, un albero tutto bruciato stava per cadere, ma fortunatamente Yimmj se ne accorse per tempo e si spostò velocemente evitando l’albero. Questa fu una grande avventura per Yimmj e gli servì come insegnamento per il futuro. Purtroppo, il suo destino sarebbe stato nella foresta e, nel corso degli anni, ebbe modo di conoscere alcune popolazioni del luogo che lo accolsero volentieri, e con le quali ebbe la possibilità di familiarizzare. di Alessandro Venosa - Arianna Foligno - Chiarenza Jacopo - Diletta Schiavulli - 1^ N S.M.S. ”Luini-Falcone” - Rozzano (MI)