Non dubitare mai di se stessi.
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Attentato in pista
27/03/2008
In una gara, sul circuito di Montecarlo, al cinquantesimo giro, nei pressi della curva Sciane, il pilota Jack fu vittima di un terribile incidente: la parte posteriore della vettura slittò, andò a sbattere contro i pneumatici di protezione, l’auto prese fuoco ed esplose; il pilota, rimanendo incastrato, fu inghiottito dalle fiamme.
Inizialmente si pensò che l’esplosione fosse stata causata da una perdita del serbatoio di benzina.
Arrivò sul posto anche la scientifica, che analizzò i resti della vettura e trovò il corpo carbonizzato del pilota.
Dalle analisi sulla protesi dentaria del cadavere scoprirono che non era Jack, ma suo fratello minore, Steven e come se non bastasse, furono individuate tracce di un ordigno.
Inoltre, sui resti furono rinvenute delle impronte digitali sconosciute. Si decise allora di affidare in caso a un investigatore.
Maicheal, questo il nome delll’investigatore, si mise subito al lavoro, cominciando ad interrogare tutti i conoscenti della vittima, a partire da Jack, dal momento che tutti i sospetti si orientavano su di lui.
Dagli interrogatori, emerse che solo due piloti avevano un movente e nessun alibi: erano Alexander e Robbie.
Il primo era sospettato perché era stato in conflitto con il contesto, il secondo in quanto negli anni precedenti costruiva ordigni.
Passarono tre settimane e nulla di nuovo era saltato fuori.
Finalmente, l’investigatore risolvette il caso. L’assassino commise l’errore di tornare sulla scena dell’attentato proprio mentre c’erano gli investigatori, lui non li vide, ma loro lo scoprirono nell’atto di occultare le prove. Lo portarono alla centrale e lo interrogarono, dopo ore e ore si arrese e confessò di essere stato lui, Jack, ha uccidere il fratello minore. Egli spiegò che era molto invidioso di suo fratello, perché tutte le attenzioni e gli applausi dei tifosi erano destinati a lui.
Dopo il drammatico racconto, Jack venne arrestato.
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