24/09/2008
Era un venerdì di agosto del 2005, poiché abitavo ancora in Perù era facile per me arrivare a Machu Picchu, città considerata una delle 7 meraviglie del mondo, e che si trova in Cusco ,a sud della mia città natale, Trujillo.
Ero molto emozionata. Io mia madre e mio fratello dovevamo viaggiare e ci siamo dovuti svegliare prestissimo. Mia madre faceva l’archeologa e quindi aveva la possibilità di accedere in tanti posti per fare degli scavi o cose del genere, ed io ero contentissima perché potevo andare con lei.
Abbiamo preso un pullman alla volta di Lima, la capitale e poi l’aereo per Cusco. Arrivati abbiamo visto molte cose e dal momento che mia mamma faceva anche la guida turistica, spiegava benissimo sia ai turisti che a me.
Siamo andati in giro e abbiamo visitato cattedrali, costruzioni sopra palazzi inca, delle università ecc.
Un giorno siamo usciti dall’hotel in cui alloggiavamo e mentre stavo osservando alcune cose con mio fratello, mia mamma si allontanò per vederne delle altre; - le avevamo detto che saremmo stati lì per un po’ fino a quando non ci fossimo annoiati, e che conoscevamo come ritornare a casa - all’improvviso mi resi conto della mancanza di mia madre e feci notare la cosa a mio fratello. Siccome ci eravamo allontanati troppo dal posto in cui stavamo non sapevamo né come tornare, né come trovare nostra madre. Mio fratello, che si chiama Francis, si lamentò tantissime volte, perché avrebbe voluto vedere Machu Picchu e invece ci eravamo persi.
Mentre, confusi, non sapevamo dove andare, abbiamo visto una parte della (secondo me) città più bella del mondo, era uno spettacolo bellissimo di quelli che non avevo mai visto prima e proprio in quel momento davanti a noi l’hotel dove stavamo noi, però era molto lontano e bisognava camminare molto.
A Francis venne in mente di scendere per il cumulo di massi, attraversare il fiume e prendere il pullman che ci avrebbe condotto verso l’hotel. All’inizio non lo volevo fare, ma poi Francis mi convinse.
Per scendere lungo quei massi impiegammo tanto tempo anche perché non trovavamo gli appoggi necessari e scivolavamo di continuo. Dopo la lunga discesa riuscimmo ad arrivare al fiume, però non era affatto facile attraversarlo, per fortuna non era né molto lungo, né molto profondo. Io, che in quell’epoca avevo 10 anni, non riuscivo ad attraversarlo a piedi, quindi mio fratello mi appoggiare sulle sue spalle e iniziò ad andare. Avevo paura per mio fratello, lui aveva 20 anni e io non sapevo se avrebbe resistito, anche perché le acque del fiume erano molto fredde.
Alla fine, molto stanco e infreddolito riuscì ad arrivare all’altra riva del fiume, si riposò dieci minuti e dopo un lieve recupero andammo a prendere il pullman e in 5 minuti partì. Era già tardi quando arrivammo all’hotel, nostra madre era lì che ci aspettava ansiosa di sapere perché ci avessimo messo così tanto per ritornare. Dopo averle spiegato tutta la storia si mise a ridere e disse che non saremmo mai potuti diventare delle brave guide turistiche, perché l’hotel era dietro rispetto al luogo dove eravamo all’inizio.
Alla fine abbiamo vissuto un’avventura interessante, visto un bellissimo paesaggio e compreso l’importanza delle mappe turistiche, che sono adatte anche per quelli che non sono propri e veri turisti.