05/11/2008
Il giorno 31 ottobre in Romania, esattamente in Transilvania, tutti si stavano preparando per la sera di Halloween, decoravano le proprie case, inventavano nuovi scherzi e andavano a comprarsi i costumi. Il tempo non era brutto, ma non c’era neanche il sole, insomma era nuvoloso e faceva molto freddo. Petrica Dumitru, come tutti gli altri, era andato a comprarsi tutto il necessario per il travestimento. Dopo aver comprato il costume ed i trucchi, decise di fermarsi a mangiare qualcosa in un Fast-Food. Arrivato, ricevette una chiamata dal suo migliore amico Vali. Molto velocemente mangiò e tornò a casa. La mattina dopo il detective Jonathan Stoker stava seduto sul divano a leggere un libro giallo con una tazza di tè bollente. Arrivato al momento cruciale della storia, suonò il telefono, rispose: “ Pronto, detective Stoker… Si…Ok, arrivo subito! “ Dopo cinque minuti il detective era già sul posto, il suo aiutante Dani lo aggiornò. Egli disse: “ Oggi il signor Ioan, vicino di casa di Petrica Dumitru è stato derubato e ha chiamato la Polizia, perché pensava che fosse stato il suo vicino. Adesso la Polizia ha ripetutamente suonato e bussato alla porta di Petrica, ma non risponde nessuno. “ La Polizia butta giù la porta. Dopo essere entrati, il detective e il suo aiutante si diressero in soggiorno. Seduto sul divano c’era un uomo. Dopo una breve pausa, il detective fece il giro per vederlo in faccia e per accertarsi che fosse ancora vivo. Era Petrica Dumitru, morto; aveva dei segni intorno al collo e un puntino rosso più in su. Era vestito da Dracula, aveva gli occhi verdi e i capelli neri. Era molto pallido in viso. La scientifica raccolse un po’ di prove e le portò al laboratorio per analizzarle. Stoker disse con aria molto stanca: “ S’ inizia molto presto stamattina, eh ?! “, insieme fecero un giro per accertarsi che la scientifica non avesse dimenticato nulla. Sul comodino vicino al divano c’era un foglietto con un numero di telefono, ma senza nome. Stoker verificò a chi appartenesse il numero, era di un certo Vali, lo convocarono e lo interrogarono.Vali era il migliore amico di Petrica e pochi giorni prima avevano litigato per via di soldi che lui doveva all’amico. Il sospettato, però, ripeté più volte: “ Io non l’ho ucciso, nonostante la litigata!! ”. Dopo aver ascoltato la versione di Vali, il detective si avviò verso la casa della madre di Petrica, la signora Dumitru. Suonò il campanello ed una signora sulla cinquantina, bassa di statura aprì. Il particolare che lo colpì, furono le occhiaie che la signora portava sul viso. Egli disse: “ buongiorno signora Dumitru, sono il detective Stoker, condoglianze per suo figlio, ma volevo farle alcune domande, naturalmente se non le creo molto disturbo. “ La signora lo fece entrare e gli offrì una bella tazza di tè bollente. Stoker iniziò: “ Mi sa dire se suo figlio andava d’accordo con tutti o negli ultimi tempi aveva avuto dei litigi con qualcuno? “. Lei sconsolata rispose: “ No, da quello che sapevo lui andava d’accordo con tutti, però, se non mi sbaglio, ha avuto una piccola discussione con il suo migliore amico, Vali! “. Improvvisamente, suonò il telefono del detective, lui rispose e dopo aver messo giù, se ne andò subito ringraziando. Al telefono era il suo vice, gli comunicava buone notizie: sulla scena del crimine avevano trovato un capello corto. Al laboratorio lo avevano analizzato e avevano scoperto che era di un maschio con i capelli neri. Allora Stoker si ricordò di quello che gli aveva raccontato la madre, andò per la seconda volta a casa di Vali. Arrivato a destinazione e dopo aver posto la domanda egli rispose: “ Vediamo, io ieri sera ero a casa da solo a guardare la TV, perché me lo chiede? “ il detective con un’ aria quasi soddisfatta disse: “ perché sulla scena del crimine abbiamo trovato un tuo capello! Da questo si direbbe che non eri a casa! “ . Vali con aria di sconfitta rispose: “ E va bene, dopo cena avevamo appuntamento lì per discutere del prestito che gli avevo fatto e che lui non mi aveva ancora restituito! Ma quando me ne sono andato era ancora vivo! “. Stoker con un’espressione dubbiosa se ne andò. Arrivato in laboratorio, il suo vice lo avvisò di tutto. Avevano trovato dei filamenti di tessuto rosso con qualche residuo di pelle. Il DNA estratto dai residui era della sua ragazza Mika Bercia. Inoltre, avevano trovato anche l’arma del delitto: una corda. Essa si trovava in cucina dentro il forno, ricoperta da un involucro di plastica su cui avevano trovato delle impronte parziali. Dalle analisi si era venuto a conoscenza che Petrica era stato ucciso con una corda nascosta nel forno e ricoperta da della plastica. Stoker domandò: “ Ma avete scoperto di chi sono le impronte? “, il vice: “ Si, sono della fidanzata Mika Bercia “. Il detective iniziò ad avviarsi verso l’uscita, quando il vice esclamò: “ Se sta andando da Mika, non ce né bisogno, è nell’altra sala che sta aspettando lei! “. Stoker meravigliato disse: “ Bravo, ottimo lavoro! Sono fiero di te! “. Entrò nella sala e la sospettata era molto agitata, per calmarla fece una battuta, ma non fu di suo gradimento! Allora iniziò subito: “ lei ieri sera dove si trovava? Lei conosceva per caso il signor Petrica Dumitru? Se si, quand’è l’ultima volta che vi siete sentiti? “. Lei era molto agitata ed esclamò: “ Sì, io conoscevo Petrica, era il mio ragazzo. Ieri sera ero a casa a leggere il mio libro preferito. Se non sbaglio l’ultima volta che l’ho sentito è stato l’altro ieri! “ Stoker si sentiva molto vicino alla soluzione e convinto disse: “ allora se le dico che c’erano delle impronte sull’arma del delitto e dei pezzi di tessuto del suo costume, mi negherà tutto? “. Lei con aria sconfitta disse: “ e va bene, l’ho ucciso io, perché non sopportavo che lui facesse lo smorfioso con altre ragazze e con me niente! L’ho ucciso per tutto quello che mi faceva da quando stavamo insieme. Se lo meritava e non mi pento". A questo punto Mika fu arrestata e venne fatto un maestoso funerale a Petrica. Il detective Stroker, dopo essersi complimentato con tutta la sua equipe, se ne tornò a casa distrutto. Si buttò con pesantezza sul divano e d si addormentò profondamente. Nel bel mezzo della notte si svegliò di soprassalto per un brutto incubo, aveva sognato Petrica che risuscitava e andava in carcere per uccidere Mika!!