I miei alunni

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Il vestito blu scuro

27/11/2010



Omar si trovava in un paesino in provincia di Belluno, era andato a trovare il suo amico, Rino, che non vedeva dagli anni del liceo e di cui aveva appena trovato l’indirizzo mettendo a posto casa. Arrivato, Omar si recò nella via segnalata sul fogliettino. Suonò alla porta sul cui campanello c’era scritto: Rino Tonello, proprio come veniva chiamato al liceo -nonostante non fosse questo il suo nome- Rino rispose: “Chi è che rrrompe?” Omar rispose: “Tonèè!” Rino, senza altre domande, non esitò a pensare a Omar. Aprì la porta e, con un affettuoso sorriso, abbracciò Omar e lo fece accomodare dentro. Omar nella vita faceva il commissario, era un uomo robusto e con un po’ di pancia, portava sempre gli occhiali da sole anche quando pioveva, indossava pantaloni ogni giorno di colore diverso. Dopo essersi accomodato chiese: “Tonèè ma una volta sta’ via non era sempre affollata?” Rino rispose: “…non te l’ho detto, è da ieri che cercano Anita Lussuo, la vicina del piano di sopra. I poliziotti hanno consigliato alla gente di non affollare la via, per non far ancora più confusione”. Omar si fece spiegare da Rino che persona fosse Anita. Rino aggiunse: “Era una persona riservata, di lei quasi nessuno conosceva nulla. In paese tutti sapevano solo che, tra lei e il marito, Stefano, negli ultimi tempi non scorreva buon sangue”. Omar, dopo la bella giornata col suo amico Rino, tornò a casa di suo cugino che abitava lì vicino. Percorse una buona parte di strada e si fermò di fianco ad una cabina telefonica, dove notò la cornetta sporca di una specie di bordeaux, proprio come il colore del sangue secco. Omar, ovviamente, non si fermò all’apparenza, ma vide che delle goccioline di quello stesso colore erano per terra nella cabina. Di fianco alla cabina c’era una grata sotto la quale scorreva lo scarico di una fabbrica. Omar notò anche dei fili che galleggiavano: “L’apparenza inaganna!! Prese un bastone e smosse un po’ l’acqua, che era piuttosto sporca. Nel movimento il bastone toccò qualcosa, lunga quanto la grata e appoggiata al fondo di essa. Il commissario tolse la grata e con il bastone cercò di portare a galla quel corpo. Venne a galla un braccio. Omar, sembrava incuriosito, ma allo stesso tempo sapeva che sotto quella grata si nascondeva la vita di qualcuno che era stata da poco spezzata per volere di qualcuno. Finì di estrarre il corpo, era una donna tra i 30 e i 40 anni, portava un vestito di un blu scuro e delle scarpe nere; intorno al collo c’era una corda ben stretta. Omar chiamò i carabinieri per far portar via il corpo, ma lui avrebbe continuato, comunque, le indagini. Il commissario pensava e ripensava a quello che aveva saputo su quella donna, subito un flash gli torno in mente: “E’ scomparsa Anita Lussuo, tra lei e il marito Stefano non scorreva buon sangue! Non scorreva buon sangue! Omar, finalmente, andò a dormire. Il giorno seguente, guardando il telegiornale, sentì che Anita era morta ed era stata ritrovata dai carabinieri, aveva 35 anni. Fecero vedere la foto della donna e Omar capì che era realmente la donna da lui trovata. Omar cercò per mari e monti. Stefano era sempre rimasto in casa sua ma ancora nessuno lo aveva trovato. Andando nel cortile del palazzo di Rino, vide una ombra muoversi nell’appartamento di Stefano. Corse subito a suonare al campanello: “Stefano apra la porta, lo so che è qui!” Nessuno rispose. “Apra!” Omar non esitò e buttò giù la porta. Stefano era seduto sul divano con in mano un tubetto di sonniferi. Omar cercò delle prove, girando per casa trovò centinaia di lettere destinate ad Anita con su scritto tutte cose sdolcinate: “Mi manchi” e “ Non mi lasciare”. Trovò anche una lettera di Anita che recitava: “Scusa Stefano, io ti ho tradito, per favore non mi scrivere più, io non sto più con te”. Cercò in tutti gli angoli della casa: spostò una poltrona, sotto rinvenne delle tracce di sangue e un tessuto di un blu scuro, come il vestito che indossava la vittima. Trovò un cellulare, guardò i messaggi, uno diceva: “ Vieni da me stasera vestita elegante!” Omar capì tutto, corse dai carabinieri, fece arrestare Stefano e mostrò le prove dei messaggi, delle orme di Stefano trovate sul cellulare di Anita. Quando il commissario vide per la prima volta Stefano notò dei graffi intorno al collo, esaminando il sangue trovato nella cabina telefonica e in casa di Stefano si scoprì che quel sangue apparteneva a due persone diverse: Stefano e Anita. La vittima mentre veniva strozzata ha cercato di ribellarsi graffiando Stefano sul collo. Vennero ricostruite le dinamiche dell’omicidio dalla A alla Z ma, nonostante tutto, Omar chiese, come al solito, di non diffondere la notizia della sua collaborazione alla risoluzione del caso.




 

Federica Pascucci_classe_3^_B_Media_"Verdi_Corsico (MI)

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