16/02/2016
Un giovane elfo di nome Gregor, abitante del Regno degli Elfi, nonostante la sua agilità, era disprezzato dagli abitanti per la mancanza di autostima. Eli viveva con il desiderio di sconfiggere la Morte che, da tempo, minacciava il suo regno. Una notte Gregor si fece coraggio e si recò a cavallo verso il Palazzo Reale dove Re Maximus, il più muscoloso tra gli elfi, gli concesse udienza. Gregor, gli voleva proporre la possibilità di fare un viaggio oltre il cancello del regno, fino alla Valle della Morte, dove avrebbe sconfitto il cattivo in questione. Il re si sfregò il mento barbuto riflettendo, e dopo un breve pensiero giunse alla conclusione: -“Effettivamente, prima o poi dovremo fare qualcosa o il nostro regno finirà in rovina! Per questo motivo ti do il permesso intraprendere il viaggio verso la valle della Morte. Il cancello del regno si aprì e Gregor uscì. La prima tappa fu il Bosco del Dragone. Il giovane elfo scese dal cavallo e lo guardò in lontananza; ma quando sbucò un tricorno il cavallo iniziò a galoppare indietro. La bestia iniziò a strisciare verso l’agilissimo elfo. Così egli sfilò uno spadino e lo infilò nel petto di quel piccolo mostriciattolo. Dall’oscurità spuntò poi un drago strisciante. Era un Drago Notturno Tricorno che teneva in mano una corona luccicante e una spada argentata e li donò a Gregor. Il giovane elfo tornò sulla sua strada attraversando il bosco. La seconda tappa sarebbe stata il villaggio dei Roc. Giungervi a piedi era però decisamente più difficile. Le gambe gli tremavano finché non crollò. D’un tratto Gregor scorse qualcosa tra le nubi. Pareva un uccello ma quando atterrò si notò il suo enorme corpo. Era un roc! Finalmente era giunto alla seconda tappa. Il grosso uccello, però, sembrava mostrarsi amichevole quando posò il becco a terra per portare l’elfo sulla schiena. Gregor vi salì e si posò sulla testa, nella corona. Probabilmente il roc in questione era il Roc Alfa. Ormai la seconda tappa era superata. Ora bisognava raggiungere la Valle della Morte. Il mattino si avvicinava anche se la notte era sempre più scura, probabilmente erano nel punto giusto. La terza tappa si stava ormai avvicinando. Ed eccoli! Due monti spinosi sorgevano e in mezzo si trovava una casetta tra la nebbia. Gregor varcò la parete vaporizzata e si avvicinò alla Morte. Si poteva scorgere solo un mantello incappucciato, più scuro della notte. “So chi sei, Morte! Sei solamente la rabbia degli elfi!” “Chi te l’ha detto?” “Con questa corona in testa, è facile ragionare; sai, mi dona saggezza. La Morte lanciò una vampata di fumo nero verso Gregor, che cadde a terra mollando la presa della spada; l’elfo veniva contagiato dalla rabbia. Il grosso roc, che si era aggrappato a uno dei due monti, allungò la testa, varcando silenziosamente il muro di nebbia e caricando, col suo becco, la spada di energia positiva. La Morte era girata di spalle quando accadde; Gregor allungò faticosamente la mano verso la spada, che gli trasmise energia positiva, la raccolse e si sollevò; fece scattare il braccio in avanti e conficcò la lama metallica nel mantello della Morte, creando un vortice di nebbia oscura. Una volta giunto al Regno degli Elfi gli furono tributati tutti gli onori e in futuro diventò un re saggio e amato. Morale: avere coraggio vuol dire superare le proprie paure.