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Il libro della vita

09/05/2016


 

 

Era notte fonda e io camminavo per le strade della città,  in cerca del libro che avrebbe potuto cambiare la mia vita: in quel libro c’era scritto come avrei dovuto fare per ritornare a essere un umano. Sì, è proprio così, successe tutto così in fretta, era una mattina di cinque anni fa quando sentii in me qualcosa che non andava. Mi guardai allo specchio: ero diventato uno spirito. Come poteva essere successo? Questo ancora non lo so, ma intendevo scoprirlo.  Non è l’ unica cosa strana che successe quell’orribile mattina. Infatti, ad un tratto scomparvi nel nulla e fui catapultato in una cittadina strana e sconosciuta. Era buia, tenebrosa, senza uno spiraglio di luce. Ci vivevano gli esseri più orribili di tutti i tempi: fantasmi, bambole assassine, pipistrelli e gatti neri. Le case erano tutte sul punto di crollare. C’era anche una biblioteca  ed era lì che intendevo fare le mie ricerche per tornare ad essere quello che ero. Non c’era tempo da perdere, mi mancava casa mia. Non era facile camminare per quelle strade perché qualunque cosa guardassi era orribile, a partire dagli oggetti. Narra una leggenda che, se ti capita di guardare un fantasma con gli occhi rossi, quello entra in te ed è la fine, ti distrugge. Quindi io camminai a testa bassa. Arrivai alla biblioteca. Mi aspettavo di vedere almeno una persona, ma niente da fare: erano tutti pipistrelli. Dopo una ricerca durata tre ore non ero riuscito a trovare quello che cercavo. Allora chiesi a un pipistrello: mi disse che quel libro era in possesso del malvagio Sindaco della città: Horrorman. L era alto, con un corpo fatto solo da ossa, con un mantello nero che lo ricopriva tutto; si intravedevano solo gli occhi. Ma per avere quel libro avrei dovuto incontrarlo  dal vivo e, probabilmente, anche affrontarlo. Horrorman abitava in una chiesa abbandonata dove nessuno aveva mai osato entrare. Io sarei stato il primo a tentare. Mi dovevo fare forza e coraggio, ne valeva della mia vita. Intrapresi il viaggio, ero diretto verso la chiesa. Nella mia testa giravano tante domande: come sarà questo Horrorman? E soprattutto, lo avrà veramente lui il libro che sto tanto cercando? La strada era lunga, ero molto affaticato. Un grande avversario erano le condizioni metereologiche: tempeste su tempeste, nevicate. Stando alla mappa datami dal pipistrello, fra cento metri sarei dovuto arrivare. Vidi in lontananza una struttura molto alta, girai a destra ed ecco che ero arrivato. Entrai, quello era un posto cupo e tenebroso, del resto come tutti quelli di questa cittadina. Negli angoli del soffitto c’erano ragnatele vecchie di chissà quanti secoli. Poi, come in ogni chiesa, andando in fondo, c’era una gradinata che portava all’altare. Ed è là che, seduto su una sedia ricoperta di oro con dei diamanti preziosi, si trovava Horrorman. Uno sguardo minaccioso penetrò nei miei occhi. Anche lui fece uno sguardo strano, ma non di timore, probabilmente era sorpreso che qualcuno avesse avuto il coraggio di andare da lui: - Uno spirito... interessante, era da tanto che non ne vedevo uno – disse lui con voce di sfida. - Poche parole Horrormen, io rivoglio indietro la mia vita – dissi con tono sicuro. - Conquistatela, li vedi questi? - ad un tratto comparvero su una sfera magica le immagini di mio padre e di mia madre. - Se riuscirò a sconfiggerti, anzi, ne sono sicuro, oltre a te, moriranno anche i tuoi adorati genitori - . - Non te lo permetterò, sono determinato, il male insieme a te avrà fine -. Nella mia testa cercai di pensare a una formula per creare una pozione e distruggere Horrormen. Idea geniale: “ Horrorman vai, sparisci e muori, dal nostro mondo restane fuori “. All’improvviso tutto iniziò a tremare, i pavimenti si sollevarono, i vetri delle finestre si ruppero uno a uno, e ad un certo punto Horrorman fu, nel vero senso della parola, inghiottito dalla terra. Dopo ciò tutto si risistemò (i pavimenti, le finestre ). Ora bisognava trovare il libro. Provai a guardare sul tavolo dell’altare, ma nulla da fare. Era passata un’ora e ancora non avevo trovato niente, le mie speranze stavano man mano diminuendo, fino a  che, passando fra le panche, lo trovai: era lui! Lo sfogliai e trovai quello che cercavo. C’era scritto: “Appoggiare la mano destra su questa pagina, dopodiché apparirà una pozione in grado di trasformarti in umano “. Era quello che faceva al caso mio. Ne bevvi un sorso e sentii dentro di me una sensazione magica, stava facendo effetto! Ed eccomi qua, non solo ero ritornato ad essere un umano, ma ero anche ritornato a casa mia. Potevo riprendere a fare la vita che, per cinque lunghi anni avevo smesso di fare.

Riccardo Primavera _ 2^ B_Media_Verdi_Corsico_a.s. 2015-2016

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