08/05/2016
>Una giovane coppia, appassionata di fotografia, si era appena trasferita in una nuova casa. Entrando, notano che non è tutto nella norma, ma continuano la loro vita, senza darci troppo peso. Erano circa le undici di sera, si trovavano in camera e stavano per andare a letto quando, ad un tratto, la porta della loro stanza si aprì e, per un nanosecondo, apparve una ragazzina mora con un camice da notte bianco, la testa inclinata a destra, un sorrisetto inquietante e con in mano una bambola di porcellana decapitata. Dopo quell’ avvenimento, iniziarono a succedere cose terrificanti in quella casa: le porte si aprivano da sole, le finestre sbattevano, i muri si macchiavano di sangue e gli oggetti si muovevano da soli.
>Difronte alla loro camera da letto c’era una porta misteriosa, che nessuno osava aprire, per paura che ci fosse qualcosa di inquietante. Proprio in quel momento la porta si spalancò e fece intravedere la cameretta di un ragazzino: era molto trascurata e buia, su una mensola c’erano cinque bambole di porcellana, tutte diverse. Soltanto in quella stanza si udiva un rumore assordante di urla di dolore, urla di rabbia, minacce e oggetti che si infrangono.
>Presi dalla paura fecero i bagagli e in pochi secondi uscirono di casa. Salirono sulla macchina e partirono in fretta e sicuri che da lì non passasse nessuno, ma si sbagliarono perché proprio in quell’istante passò un camion che li beccò in pieno. Nell’incidente la moglie morì e il ragazzo si ruppe soltanto una gamba. Per stare più vicino allo spirito della moglie, decise di andare ad abitare nel palazzo difronte.
>Erano ormai passati sei mesi, il gesso era diventato una fascia, ma la gamba rimaneva ancora paralizzata. Un giorno facendo delle foto ai passanti, si accorse che nella finestra della casa in cui abitava prima, c’erano due figure misteriose; incuriosito prese la macchinetta e zummò proprio in quel punto, e vide la moglie per mano alla bambina mora, tutte e due con una bambola di porcellana decapitata. La bambina con il suo solito sorrisetto e la moglie che lo fissava inespressiva. Quella visione gli fece scivolare la macchina fotografica dalle mani che, cadendo, si ruppe in mille pezzi. Dopo quel giorno diede di matto e iniziò ad andare in giro dicendo ai passanti: ”GLI SPETTRI ESISTONO, LA BAMBINA E’ MALIGNA, URLA, DOLORE, NON ENTRATE IN QUELLA CASA”.
>Arrivò il giorno di Halloween e dei ragazzini bussarono alla sua porta, lui aprì e vide tanti bambini travestiti in modo diverso, uno di questi indossava un costume uguale a quello della bambina. Lui d’impulso, preso da un attacco di rabbia, paura e pazzia, incominciò ad inseguire il ragazzino in questione per il tornante delle scale, finchè non lo spinse fuori dal palazzo e poi per strada, dove venne investito da un’auto che stava passando in quel momento. Il ragazzino morì e la colpa fu data tutta a lui, che finì in carcere per ben 25 anni.
>Furono anni di disperazione e riflessione al tempo stesso. Uscito dal carcere ricominciò da zero la propria vita: riprese il suo vecchio lavoro di fotografo. Un giorno si stava preparando per uscire quando, si ricordò di aver dimenticato l’agenda sulla scrivania, rientrò in ufficio, le luci erano tutte accese…