18/03/2019
-Auror! Eccoti - disse la voce di una donna – Presto, dobbiamo andare - prese in braccio il neonato.
In sottofondo si sentivano i rumori della guerra: le spade che si scontravano fra di loro, i ruggiti dei draghi che si davano battaglia . La donna con in braccio il bambino riuscì a scappare dal campo di battaglia.
Auror si svegliò nel suo letto dell’ orfanotrofio, sudava freddo, poi capì che era stato tutto un sogno e si rimise a dormire. Il giorno dopo si svegliò senza preoccuparsi dello strano sogno fatto la notte precedente.
Fece colazione e uscì nel giardino con la sua migliore e unica amica, Bianca.
Bianca era una ragazzina di 12 anni come Auror , era albina e, visto che i proprietari dell’ orfanotrofio non sapevano il suo nome, la avevano chiamata in quel modo.
Auror e Bianca salirono nella casa sull’albero dove Auror era stato ritrovato dodici anni prima.
La casa si ergeva su un albero maestoso, era stata costruita interamente in legno che ora era ricoperto di una notevole quantità di muschio.
-Vieni!- disse Auror a Bianca – Dobbiamo andare, se vuoi che ti mostri una cosa!- Bianca annuì.
Charlie era un ragazzo estremamente crudele nei confronti di Auror. Bianca era amica di Charli ma da quando la ragazza aveva stretto una grande amicizia con Auror, accorgendosi della cattiveria con cui lui trattava Auror, aveva un po’ allentato la presa … ma era ancora presto per dirlo, visto quello che sarebbe successo aspettato ai due amici di lì a poco.
Salirono la scaletta e si ritrovarono in una stanzetta polverosa. Auror tirò fuori dalla maglietta un medaglione dorato, che brillava alla luce del sole e su cui c’era una scritta incisa.
-Auror!- esclamò Bianca – è per questo che ti chiami così, giusto?- -Si!- rispose lui.
-Questo medaglione è l’unico oggetto che mi può dare informazioni sul mio passato … e penso che il mio passato sia molto strano, insomma che nome è Auror ?!- ma Bianca si affrettò a rispondere
- Per me è un bellissimo nome … - Auror arrossì a quelle parole.
Proprio in quell’istante entrarono dalla porticina quattro ragazzi grandi e grossi, il più alto era Charlie, aveva dei cappelli rossastri e il volto coperto di lentiggini.
-Sapevo che avevi un nascondiglio segreto! - esclamò – cos’è quello un ciondolo? Prendeteglielo!-
Gli altri tre si avventarono su Auror e gli strapparono il ciondolo di mano con violenza,
ma si dileguarono ancor prima che i due potessero reagire.
Auror era disperato, per fortuna che c’era Bianca a consolarlo - Non preoccuparti io so dove nascondono ciò che rubano, è in una cantina sotto il loro dormitorio e le chiavi sono sotto il cuscino di Charlie, una di queste notti ci intrufoleremo … fidati di me!-. E così fu.
Rimasero svegli e quando si furono accertati che tutti dormissero entrarono nel dormitorio.
Bianca, silenziosamente, prese la chiave da sotto il cuscino e poi entrarono dentro la botola .
Scesero una scala e si ritrovarono nello stanzino; ci misero un po’ a recuperare il medaglione ma poi Auror esclamò: –Eccolo!- ma nell’ esultare i due non si accorsero di una cosa, la botola era stata chiusa a chiave da fuori: Erano intrappolati!
Nel panico Auror notò una cosa, una strana volpe a nove code che vedeva da quando era arrivato all’orfanotrofio.
- Bianca vedi quella strana volpe?- - Si, ma … - - Non c’è tempo per i “ma” ora - disse Auror.
- Seguila e basta.- e Bianca lo fece.
La volpe li portò in un pertugio e in qualche modo i due uscirono dall’orfanotrofio.
Bianca aveva intenzione di rientrare ma Auror disse - Sono dodici anni che vedo quella volpe, proviamo a seguirla tanto qui non abbiamo nulla da perdere.- Bianca si lasciò convincere, seguirono la volpe e si ritrovarono davanti a un albero gigantesco nel quale c’era uno strano passaggio, ci entrarono.
Dall’altra parte del passaggio c’era una città che ad Auror ricordava qualcosa: era la città del sogno.
Auror era sconcertato, forse quello non fu un sogno qualunque, non poteva crederci, Bianca ancor meno.
- Dove siamo?- chiese Bianca spaventata –Vedi, due notti fa ho sognato una città identica a questa: c’erano gli alberi, un castello in lontananza e tutto il resto … incredibile vero? Nel sogno, inoltre, c’erano anche una madre con un neonato e la città era diventata un campo di battaglia; c’erano guerrieri e hi calcava cavalli e draghi diversi . Assurdo! - Bianca era sconvolta .
I due non si accorsero che la volpe era lì come ad aspettarli, immobile, finche Auror non fini di dare spiegazioni.
Anche se Bianca riluttava, Auror la convinse a seguire la volpe con lui; voleva fare chiarezza su quel mistero.
Attraversarono alcune vie, ma essendo notte, nessuno li aveva notati Si fermarono, sempre seguendo la volpe, davanti alla porta di una casa la quale era l’unica, di quella via, ad avere le finestre illuminate.
La volpe chiuse gli occhi e dopo qualche secondo di silenzio una donna,uguale a quella del sogno, aprì la porta.
Quando vide Auror, i suoi occhi si gonfiarono di lacrime, ma non di tristezza, lacrime di gioia,una gioia incontenibile.
Abbracciò Auror quasi strozzandolo e poi trascinò dentro casa lui e Bianca.
Li fece sedere su un piccolo sofà e poi su una poltrona, posta di fronte a loro, la casetta era tutta li.
Era piccola, in una sola stanza aveva un camino, sul cui fucolo c’erano una pentola, un tavolo con attorno tre sedie legno di scarso valore
-Auror ! … non ci p-posso credere che tu sia qui …- La donna singhiozzava.- Sono tua madre ,non mi riconosci… - Auror sconvolto scosse la testa.- Hai ragione… l’ultima volta ci siamo visti tanti anni fa… La guerra era appena iniziata…- La donna provò a parlare ma Auror la interruppe mentre Bianca era ancora zitta –Guerra? - Tutto tornava.
-Si… ma ti racconterò più tardi. Ora dimmi, come si chiama la tua amica?- disse dolcemente guardando Bianca.
- Vedi… mamma lei è Bianca ci siamo conosciuti… oltre il passaggio.- disse Auror - Ma perché mi hai portato lì?- Aggiunse.
- Beh…E’ iniziato tutto dodici anni fa…La guerra stava per iniziare, le armate di Darkin stavano per attaccare… Darkin per anni fu il più fidato consigliere del re, poi un giorno lo uccise. Nessuno sa niente di lui, perché le genti più potenti, gli uomini, gli elfi, i nani, i centauri e i maridi si unirono nonostante le antiche guerre per sconfiggere un nemico comune: Darkin. Costui dopo l’uccisione del re avanzava per conquistare tutte e nove le terre che formano il nostro regno: “ Il Regno Delle Nove Terre”.-.
La donna continuava a parlare ininterrottamente – Tu stavi per nascere e tuo padre sarebbe partito da lì a poco… avrebbe voluto onorare suo nonno, il tuo bisnonno, che anni prima aveva salvato il re.
Non tornò mai più. Poi un giorno le armate di Darkin arrivarono qui, il villaggio provò a difendersi, usarono perfino i draghi ma non ci fu nulla da fare. Io e te rimanemmo indifesi e l’unica cosa da fare fu usare il passaggio . Così ti lasciai nell’altro mondo e ti diedi questo medaglione in modo che, se un giorno tu fossi tornato, ti avrei riconosciuto… Mandai lì a cercarti un mio nuovo amico, una volpe Kyubi dalle nove code, l’essere dai poteri telecinetici più forti del regno ed eccoti finalmente, Auror … però ti devo chiedere un favore… il tuo bisnonno ha lasciato una potente spada che tu dovrai usare per sconfiggere Darkin, perché solo qualcuno con lo stesso sangue del tuo bisnonno può usarla al meglio…domani approfondiremo la questione del viaggio.- Auror non ci credeva.
Era mattina presto quando, Auror si svegliò e questa volta non era un sogno era tutto vero.
Era arrivato nel Regno Delle Nove Terre grazie a un passaggio in un albero. Aveva conosciuto sua madre, scoperto di essere il discendente di un potente guerriero e che, per salvare il regno doveva impugnare la sua spada e sconfiggere un certo Darkin.
Bianca era in una branda come la sua e dormiva ancora, mentre sua madre stava preparando della frutta fresca e uno strano infuso simile a tè per la colazione.
Bianca poco dopo si svegliò e si rese conto che non era stato tutto un sogno. Quindi si diresse verso Auror.- Devo parlarti … tu devi partire per questo strano “Viaggio. Voglio venire anche io!- Auror scosse la testa.- Non voglio avere paura anche per te. Non puoi partire, resterai qui con mia madre e ti scriverò ogni giorno.- Ma Bianca non si arrese e alla fine convinse Auror.
I tre si sedettero al tavolo. Auror e Bianca ne furono contenti della semplice colazione preparata dalla madre di Auror, perché erano abituati a ciò che mangiavano all’orfanotrofio; a tavola i due chiesero alla madre di Auror come si chiamasse.
- Ehi mamma qual è il tuo nome?- chiese Auror mentre sorseggiava l’infuso.- Io mi chiamo Laily. – rispose.
- E’ davvero un bel nome - disse Bianca, ma poi Laily la interruppe.-Parliamo di ciò che dovrete fare. Ti ho sentita prima Bianca, hai ragione, Auror ha bisogno di aiuto lungo il viaggio.
Dovrete giungere al castello del re, Darkin vive lì, per entrarci avrete bisogno dell’ Occhio del Drago, un prezioso smeraldo che ricorda la forma dell’occhio di un drago posseduto dagli elfi.
Dovrete attraversare la terra degli uomini, la terra dei Maridi, quella dei Centauri e il Bloodesert, chiamato così per via della sua terra rossa, e infine giungerete alla terra degli Elfi, che possiedono l’Occhio del Drago.- Sarebbe stata una lunga avventura.
Laily era pronta a salutarli ma Auror era molto preoccupato: aveva appena ritrovato la sua vera madre in un mondo che per lui, fino a poco tempo prima, poteva essere solo fantasia ed ora rischiava di perderla di nuovo; poi Auror si rese conto che se non avesse sconfitto Darkin non ci sarebbe sicuramente stato nulla da perdere.
-Auror,figlio mio, ti ho appena ritrovato ed ora ti devo lasciare partire per un lungo, lunghissimo viaggio, ma è giusto così, fidati di me , prendi la spada; mi raccomando Bianca prenditi cura di lui.-
Auror e Bianca presero tutto ciò di cui avrebbero avuto bisogno e lo misero in uno zaino.
Poi Auror impugnò la spada, che era infilata in un bellissimo fodero di cuoio con dei ricami dorati.
La spada era anch’essa meravigliosa, lucente .
Anche il loro nuovo amico Kyubi li seguì, si appollaiò sulla spalla di Auror nella prima parte del cammino e poi si decise a camminare, zampettando qua e la. Laily insistette molto che i due amici fossero seguiti dalla volpe.
Lasciarono la casa di prima mattina e si misero in cammino, una volta attraversata la terra degli uomini sarebbero giunti a quella dei Maridi.
La terra degli uomini era molto simile a quella nella quale Auror e Bianca vivevano fino ad all’ora, c’erano molti villaggi che si alternavano a foreste scure e buie, dove incontrarono tantissimi strani animali: piccoli draghi, grifoni, ippogrifi ma l’incontro più particolare fu quello con un unicorno.
La volpe Kyubi iniziò a ringhiare con forza.
-Che c’è ? – Chiese Auror , la volpe si zittì e poi, come grazie ad una strana forza, indicò ai due amici la presenza dell’unicorno.
- Bianca, guarda!- la ragazza si girò e notò l’animale.
-E’ bellissimo!- Esclamò. E in effetti lo era.
Era bianco, tutto bianco tranne la criniera bionda, aveva sulla fronte un unico, lungo corno, dopo un attimo sparì nella foresta; fu un incontro breve ma emozionante.
Erano arrivati al confine fra la terra degli umani e quella dei Maridi.
Era una grande città, bagnata dagli acquitrini, ricca di barche dei pescatori umani e locande.
Auror , Bianca e il loro amico Kyubi erano sfiniti ed entrarono in una locanda. All’interno c’erano soltanto umani, di Maridi, ma nessuna traccia anche se la gente parlava degli affari fatti con loro.
I tre si rifocillarono e dormirono.
Il mattino dopo incontrarono un maride.
Era strano, di un verde scuro, aveva delle pinne al posto delle mani ed una lunga coda; era appena uscito da un acquitrino.
- Buongiorno - salutarono Auror e Bianca, il Maride non sembrò molto interessato a loro ma al Kyubi .
- Un Kyubi? non ne vedevo da anni – disse lui - una volta gli umani ne avevano molti, poi dopo l’arrivo di Darkin sono scomparsi.- Auror provò a chiedergli - Come possiamo attraversare la terra dei Maridi?- e lui si affrettò a rispondere - Beh, a due umani serve una cosa: una barca. La terra dei Maridi è il mare, un mare sconfinato e per attraversarla vi basterà quello,vi porto io a prenderne una .-.
Il maride si tuffò nel fiume e Bianca e Auror lo seguirono a piedi.
Arrivarono su una spiaggia piena di barche attraccate.- E’qui che gli umani come voi prendono le barche, questa è tutta vostra; era di un pescatore morto qualche tempo fa ma nessuno l’ha comprata …. per voi è gratis.- disse, indicando una barchetta.
Si imbarcarono e partirono.
I giorni sulla barchetta erano tutti uguali, nessun Maride veniva in superficie e Auror trascorreva le giornate ad allenarsi con la spada, a chiacchierare con Bianca e a giocare con il Kyubi, finché non raggiunsero la terra: la più piccola terra del regno.
Quella dei Centauri.
La terra dei Centauri non era lontana , da lì sarebbe iniziata una nuova parte del viaggio, per arrivare alla terra degli Elfi; recuperare l’Occhio del Drago, un prezioso smeraldo posseduto dagli Elfi; aprire, grazie ad esso, le porte del castello; e sconfiggere Darkin, grazie alla preziosa e potente spada del bisnonno di Auror.
Ma prima di fare questo i due amici, con il prezioso aiuto della volpe Kyubi, avrebbero dovuto attraversare la terra dei Centauri e il Bloodesert.
Arrivarono finalmente a terra, ricca di alberi e foreste. In lontananza si poteva vedere del fumo, probabilmente prodotto da un falò di una tribù di Centauri.
-Auror , Guarda!- fu Bianca a far notare il fumo ad Auror .
- Devono essere i centauri, potranno aiutarci ad attraversare la loro terra!-. Ma così non fu.
Infatti, una volta raggiunto il falò, accadde l’opposto. Quando i centauri videro i ragazzi si scatenò un brusio.
-Sono … umani?- e altre frasi come – Non se ne vedevano da tanto – oppure - Sono dalla parte di Darkin, di sicuro!- i due non fecero in tempo a parlare che una decina di centauri armati gli si scaraventarono contro .
Poco dopo però, dopo aver visto il fodero della spada di Auror, si fermarono
-La spada!- Gridò uno - E’ quella che anni fa ci salvò, non può averla un alleato di Darkin , solo un antenato del guerriero può possederla.- poi il Centauro prese con se Auror e Bianca.
-Venite qui, devo parlarvi.-e li portò dentro una capanna.
-Come vi chiamate?- Bianca rispose più velocemente di Auror – Lui è Auror e io Bianca, sono un’umana anche io ma vengo dal mondo oltre il passaggio.-
Il centauro fece un cenno d’ammirazione - Tu sei il discendente del guerriero che anni fa salvò le nove terre , giusto?- Auror annuì - Quindi, tu puoi salvarci, puoi farlo! Scusaci per la nostra reazione ma l’ultima volta che abbiamo visto un umano hanno distrutto tutto: le nostre città, le nostre case e adesso siamo costretti a vivere in tribù nomadi. Oggi posso ospitarvi qui per la notte.- Auror e Bianca mangiarono e dormirono nella tenda del capo tribù.
Il giorno dopo si svegliarono e lasciarono la tribù, raggiunsero il Bloodesert e con molta difficoltà lo attraversarono, poi raggiunsero la prima nuova terra fertile del regno: quella degli elfi.
Una volta arrivati fu come ritrovarsi in paradiso.
La capitale della terra degli Elfi si ergeva davanti a loro, ricca di cascate di acqua limpida, statue ed edifici dei minerali più preziosi, dal diamante allo zaffiro.
Gli elfi vivevano sereni nonostante il pericolo di Darkin, che incombeva su di loro. Se lui fosse riuscito a rubare l’Occhio del Drago, sarebbe stato imbattibile e per questo i suoi attacchi verso gli elfi erano aumentati a dismisura, ma loro erano abili guerrieri e le armate di Darkin erano in difficoltà nel combatterli. Ma ora che era giunta la notizia che l’erede del guerriero più potente delle nove terre era arrivato nella terra degli elfi, la situazione stava cambiando.
Mentre Auror e Bianca stavano camminando per la città, un elfo dai capelli lunghi e argentei arrivò trafelato e li fermò.
-Voi due, fermatevi, siete gli umani di cui si parla tanto, giusto?- disse- Si, almeno penso.-Ma senza dargli retta quello li trascinò e li portò davanti a un palazzo enorme.
Li fece salire un’infinità di gradini finché non arrivarono al piano più alto.
Un elfo dall’aria autoritaria con una corona e i capelli platinati sedeva su un meraviglioso trono, interamente di cristallo.
-Bene – disse - Finalmente siete qui, voi volete l’Occhio Del Drago ed è per questo che ho chiesto di avervi qui. Io sono Elrond, il re degli elfi, ora che siete qui avrete ciò che volete, ma non sarete soli, l’esercito degli elfi verrà con voi. Darkin e i suoi alleati non sono esseri umani come voi, hanno qualcosa di demoniaco e Darkin ora sta per rivelare la sua vera forma e sarà sempre più potente; il nostro esercito combatterà gli uomini di Darkin mentre voi, con quella spada lo sconfiggerete.
Andrà tutto per il meglio – concluse. Così i due amici ricevettero il prezioso smeraldo e, scortati dall’esercito, si diressero al castello di Darkin.
Erano arrivati, il castello era enorme, le truppe di Darkin stavano sopraggiungendo in massa.
Con l’aiuto di due elfi che cavalcavano draghi raggiunsero il tetto del castello.
-Bianca, è fantastico - esclamò Auror – Già!- esclamò lei.
L’ebrezza del volo però fini presto. Dal tetto entrarono nella sala del trono aprendo una botola grazie all’ occhio del drago.
Darkin era seduto lì ad aspettarli, la volpe Kyubi lo guardava e ringhiava.
- Eccovi, venite qui pensando di sconfiggermi. Ivostri amici elfi potranno anche vincere ma voi due morirete, con la spada o no.- poi accadde qualcosa di strano: la pelle di Darkin iniziò a sparire e diventava sempre più grande, alla fine divenne un gigantesco essere senza una forma fissa, nero, completamente nero a parte gli occhi rossi come il sangue.
Ma anche la volpe divenne più grande, più forte, enorme e poi fece come ad invitare Auror e Bianca a salirle in groppa .
Fuori la battaglia infuriava ma dopo poco tempo gli elfi presero il sopravvento.
La battaglia era durissima, Auror e Bianca rischiarono più volte di essere feriti gravemente, ma ad un certo punto Auror si avvicinò alla testa di Darkin e lo colpì; in pochi istanti il mostro scomparve.
La guerra era finita ormai. Quella sera in tutto il regno delle Nove Terre non si fece altro che festeggiare.
Auror, Bianca e la volpe Kyubi tornarono da Laily e furono per sempre riconosciuti come eroi.