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Nonno salvamondo

12/11/2021


 

 

Era una solita giornata di pioggia.

Ci trovavamo in Africa, poco lontano dal villaggio e, stupidamente, stavamo rincorrendo delle oche più di noi.

Eravamo tutti e quattro in bicicletta, sfrecciavamo come matti fino a quando Ciruzzo cadde dalla bici e ruppe la catena.

Dopo quella corsa ci sentivamo stanchi e affaticati e le gocce di sudore scendevano sul nostro viso.

Intanto la pioggia aumentava.

Provammo in tutti i modi ad aggiustare la catena, ma nulla; la catena non voleva mettersi a posto.

A Bertolla - il più saggio del gruppo -  venne un’idea: “Chiamiamo il mitico Nonno Salvamondo...lui sicuramente ci aiuterà a sistemarla”.

Nonno Salvamondo era l’uomo più strano e buffo del villaggio, anche se in realtà nessuno conosceva il suo vero nome.

Tutti lo chiamavano così perché era convinto di poter “salvare” chiunque si trovasse in difficoltà.

Era un anziano signore dall’aspetto e dal carattere un po’ bizzarri.

Aveva capelli bianchi e arruffati, come se nessun pettine li avesse mai sfiorati, un grosso naso tondo rosso, come una ciliegia e una bocca enorme. 

Vestiva sempre in modo strano: una camicia a quadri gialla e dei pantaloni rattoppati color verde militare. Le scarpe vecchie e malandate quasi non si vedevano, ma si notava che erano di colori diversi: una era blu e l’altra era rossa.

Viveva da solo in una piccola casa. Non aveva né amici, né parenti (almeno noi del villaggio lo vedevamo da solo), ma era sempre disponibile ad aiutare gli altri o come diceva lui a salvare il mondo.

Il problema è che combinava un sacco di guai, perché era molto distratto e soprattutto un gran pasticcione.

Un giorno volle aiutare un uomo che stava annegando. Senza pensarci si buttò nel fiume, ma non sapendo nuotare, per poco non annegò. Finì che i pompieri dovettero salvare entrambi.

Un’altra volta volle aiutare un’automobilista rimasto a piedi, perché aveva finito la benzina. Distrattamente, però, al posto della benzina inserì l’olio d’oliva e ruppe così il motore. Dovettero chiamare un carroattrezzi per portare l’auto in officina e al povero automobilista toccò pagare molti soldi per riparare il motore.

Una donna raccontò di essersi fatta aiutare in cucina: non l’avesse mai fatto! Aprendo gli stipetti dei mobili il Nonno fece cadere alcuni pacchi dalla dispensa. Sul pavimento si versò una polvere bianca e nera: farina e caffè erano sparsi per terra come se avesse nevicato. E per poco  non incendiò anche la cucina, perché aveva dimentica il dolce nel forno per una notte intera.

Ma nonostante i guai che combinava, il Nonno era convinto di essere utile al mondo e continuava ad aiutare chiunque ne avesse bisogno.

Quel giorno arrivò subito anche da noi con una cassetta piena di strani attrezzi.

Avevo dimenticato però a casa gli occhiali.

Ciruzzo nel frattempo era impanicato, perché non riusciva ad agganciare la catena e sapeva che se fosse tornato a casa con la bici rotta i suoi genitori lo avrebbero messo di sicuro in punizione per almeno il resto della sua vita e non avrebbe rivisto i suoi amici per un bel po’.

Ciruzzo sudava freddo, le goccioline scendevano giù per il volto, gli amici nel frattempo lo consolavano, dicendogli di non preoccuparsi, perchè tanto Nonno Salvamondo lo avrebbe certamente aiutato.

Nonno Salvamondo, che era senza gli occhiali e non ci  vedeva nulla, all’inizio pensò che il problema fosse quello di asciugare le gocce di sudore di Ciruzzo, poi tirò fuori dalla sua cassetta degli attrezzi  una bandana sporca d’olio di motore e così la passò sul viso di Ciruzzo, sicuro di aver fatto come sempre la cosa giusta, e invece gli aveva imbrattato tutta la faccia di nero peggiorando ancora di più l’agitazione del povero Ciruzzo.

A quel punto Bertolla, che sembrava l’unico ad avere un po’ di sale in zucca, prese in disparte il Nonno Salvamondo sussurrandogli  nell’orecchio quello che era successo e che cosa avrebbe dovuto realmente aggiustare.

Nonno Salvamondo prese la bici e la ribaltò sottosopra con una goffaggine come se stesse ribaltando un elefante e si mise a fissarla per cercare una soluzione. Intanto Ciruzzo si stava preparando al peggio non confidando ormai  nelle doti di Nonno Salvamondo, che tirò fuori dal  taschino destro lo stecco del ghiacciolo appena finito, sguainandolo come una spada.

Tutti ci guardammo stupiti e pensammo: “adesso cosa vuole fare con quel minuscolo stecco?”

Il Nonno mise lo stecchino tra la ruota e il freno posteriore e, girando girando, lo stecchino scese sulla catena tenendola immobilizzata. Ribaltò la bici e le fece fare qualche metro. La bicicletta andava, quindi fece salire Ciruzzo e gli chiese di fare qualche giro di prova tra i vicoletti del villaggio.

Dopo un paio di minuti Ciruzzo tornò e disse che sentiva la catena molto stretta; quindi il Nonno bagnò lo stecchino per allentarla.

Ciruzzo fece girare un po’ la ruota e vide che ora andava tutto bene.

Non si era accorto però che il Nonno, senza occhiali e convinto come sempre di fare la cosa giusta, aveva rotto i freni della bici.

Ma questa è un’altra storia…

Il Nonno andò via contento di averci aiutato.

Nel frattempo le oche che stavamo rincorrendo erano scappate da un bel pezzo, ma noi avventurieri africani continuavamo la ricerca felici e, con tutta la pioggia che era caduta, per niente assetati.

Classe 2^ B_Media_Verdi (Corsico)_2021_2022

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