09/02/2012
REGISTA: Roberto Benigni, nato nel 1952 a Firenze INTERPRETI: Roberto Benigni (Guido Orefice), Giorgio Cantarini (Giosuè Orefice), Nicoletta Braschi (Dora), Pietro De Silva (Bartolomeo) CASA PRODUTTRICE: Cecchi Gori Group e Melampo Cinematografica NAZIONALITA’: Italiana SCENOGRAFI: Roberto Benigni e Vincenzo Cerami ANNO: 1997 NOTIZIE TECNICHE: A colori e con sonoro GENERE: drammatico ARGOMENTO: Il film tratta l’argomento della Shoah. Guido è un giovane ebreo che si innamora di Dora, che ha conosciuto nella città di Arezzo. Con una serie di stratagemmi egli riesce a rivedere più volte l’amata alla quale, infine, rivela il proprio amore; Dora decide di contraccambiare i suoi sentimenti per lui. Così i due si sposano e dal loro amore nasce Giosuè. Quando il bambino ha soli sei anni, padre e figlio vengono deportati in un campo di concentramento insieme a molti altri ebrei. Dora, arrivata a casa e trovatala in disordine, si reca alla stazione e chiede ai soldati di lasciarla salire, pur non essendo ebrea, sul treno. Arrivati al lager, Dora vede suo marito solo una volta, di sfuggita, e Guido, per proteggere Giosuè dagli orrori della triste realtà nella quale erano ingiustamente capitati, finge che stiano partecipando a un divertente gioco alla fine del quale, se fossero arrivati primi, avrebbero avuto in premio un carro armato vero. MESSAGGIO: Questo film ci parla di un fatto storico e drammatico come quello della deportazione, e lo fa in modo differente rispetto ad altri dedicati allo stesso argomento. Il regista sottolinea soprattutto il triste ruolo di un padre che cerca in ogni modo di tenere lontano il proprio figlio dalla triste realtà che stanno vivendo; così Guido, per difendere Giosuè, arriva addirittura a farsi catturare e uccidere dai soldati nazisti, ma, quando passa davanti al nascondiglio di suo figlio, gli mostra per l’ultima volta il suo sorriso, fingendo che tutto fosse ancora solo un gioco. Così, il regista ci fa capire che il messaggio più importante che Guido vuole lasciare a suo figlio è che, anche quando ci sembra che la vita sia solo dolore, dobbiamo ricordarci che, come dice il titolo, la vita è bella e che quindi dobbiamo viverla fino in fondo, senza perderne mai neanche un pezzetto. GIUDIZIO: Mi è piaciuto e mi ha commosso molto proprio per il bene che il padre dimostra al proprio figlio. A CHI CONSIGLIARLO: Lo consiglierei a tutti. SCENE IMPORTANTI: Le scene più importanti secondo me sono state quando Guido e Giosuè parlano all’altoparlante, per far capire a Dora che sono ancora vivi e che la stanno pensando. Stessa cosa quando Guido mette nel grammofono la musica di Offenbach che avevano sentito a teatro per ricordare un momento felice passato insieme. Ma la più importante è stata quella in cui il dottore Lessing pare che voglia parlare con Guido di una cosa importante. Guido spera che sia per salvare la sua famiglia invece il dottore, anche se sa cosa sarebbe successo, si preoccupa solo di un indovinello che non riesce a risolvere.