09/02/2012
REGISTA: Roberto Benigni SCENEGGIATURA: Roberto Benigni Vincenzo Cerami MUSICHE: Nicola Piovani COSTUMI: Gaelle Allen NAZIONALITÀ: Italia ANNO: 1997 GENERE: sonoro e a colori GENERE: Drammatico SCENE IMPORTANTI: L’arrivo della famiglia Orefice al campo. Il primo incontro con il dottor Lessinger. Quando Guido Orefice si traveste da donna. La morte di Guido. Quando gli americani e i russi liberano gli ultimi detenuti del campo CASA PRODUTTRICE: Cecchi Gori Distribuzione ARGOMENTO: Verso la fine degli anni 30 in Toscana, due giovani lasciarono la campagna per trasferirsi in città. Guido, il più vivace, vuole aprire una libreria nel centro storico; l’altro, Ferruccio, fa il tappezziere ma si diletta a scrivere versi comici e irriverenti. In attesa di realizzare le loro speranze, il primo trova lavoro come cameriere in un Grand Hotel, il secondo si arrangia come commesso in un negozio di stoffe. Camminando… Guido si innamora di una maestra ,Dora, e per conquistarla inventa l’impossibile. Le appare continuamente davanti, si traveste da ispettore; ma Dorasi deve sposare con un vecchio compagno di scuola. Però non è molto contenta perchè vede cambiato il carattere dell’ uomo. Quando al Grande Hotel viene annunciato il matrimonio, Guido irrompe nella sala con un cavallo e porta via Dora. Si sposano e hanno un bambino, Giosuè. Dopo qualche anno arrivano le leggi razziali e la guerra. Guido, ebreo, viene viene deportato insieme allo zio e al figlioletto. Anche se Dora non è ebrea, decide di seguire la famiglia. Nel campo di concentramento, Guido fa credere al piccolo Giosuè, che tutti stessero partecipando ad un gioco a punti. Così va avanti, sino al giorno in cui Guido viene allontanato e ucciso. Ma nel frattempo la guerra è finita, Giosuè esce, rincontra la madre e le va incontro, dicendole:”abbiamo vinto!” GIUDIZIO: Ottimo, 4 stelle COMMENTO: Mi è piaciuto molto come film. Devo dire che Roberto Benigni ha fatto un buon lavoro.
MESSAGGIO: “La vita è bella” è un inno ai sentimenti veri e puri, quelli ispirati all’affetto famigliare e all’amore che supera ogni distanza e diversità. La prigionia diventa un gioco a premi così come la guerra è un gioco folle indispensabile da giocare per sopravvivere, nonostante la difficoltà del percorso perchè in fondo la vita è bella anche l’addove sembrerebbe non esserci speranza e l’unica flebile luce è quella rappresentata dall’affetto dei propri cari. A CHI LO CONSIGLIERESTI: A tutti quelli che approvano le leggi razziali. Lo farei guardare anche agli ufficiali tedeschi (ora morti), per far capire loro quante famiglie abbiano distrutto e separato