02/09/2018
TITOLO: La memoria dell'acqua
AUTRICE: Silvana Gandolfi
GENERE: Avventura
CASA EDITRICE: Adriano Salani Editore
ANNO DI PUBBLICAZIONE: Prima edizione 1999
ARGOMENTO: Il protagonista è Nando, un ragazzino che si vergognava di far vedere i suoi piedi,
perché invece di avere cinque dita, ne aveva sei.
Mentre i suoi compagni giocavano a pallone, lui aveva deciso di studiare musica.
Un giorno lo venne a trovare suo zio Pepe, marito di sua zia Marianna, sorella di
suo padre, purtroppo morta.
Zio Pepe era andato lì non solo perchè voleva conoscere Nando, ma per fargli una
proposta: andare con lui in Messico.
Dopo una lunga riflessione, i genitori decisero di mandarlo e in attesa di quel viaggio, zio
Pepe gli aveva regalato un walkman giallo, che funzionava anche in acqua.
Arrivato il giorno della partenza, Nando salutò i suoi genitori e salì sull'aereo.
Dopo un lungo viaggio atterrarono e salirono su un furgoncino. Dopo molto
tempo arrivarono in aperta campagna e camminarono per un po'; poi ne presero un altro,
dove dentro c'era Noè, un amico dello zio.
Finalmente arrivarono al rifugio. Non appena entrati, si misero subito a dormire.
All'alba si svegliarono e andarono a Chichèn Itza e visitarono molte opere.
Il giorno dopo, durante la notte, zio Pepe svegliò Nando, perché sarebbero andati
nella giungla; presero il furgoncino e partirono.
Arrivati, iniziarono ad addentrarsi nella giungla; giunti a metà del percorso, lo zio avrebbe voluto farevedere a Nando cosa aveva scoperto: una piramide, che aveva coperta da vegetazione.
Dunque, no alla volta entrarono, legati ad una fune; toccarono il suolo e videro i
molti affreschi degli antichi Maya.
Entrarono in diverse stanze ma in una in particolare, c’era una grande fossa
Rotonda, con sopra due orme di piedi con sei dita; allora lo zio cercò
di convincere Nando a provare a mettere i suoi piedi.
Lo lega ad una fune, facendogli mettere piedi sulla
lastra, questa si ribalta e Nando si ritrovò in mezzo all’acqua.
Ad un certo punto la corda gli scivolò, non si era legato bene; cercava di chiamare
lo zio ma non rispondeva.
Si accorse di non avere più il walkie con sé, allora illuminò l’acqua ed era
proprio lì, ormai era molto lontano, ma non si arrese, prese una boccata d’aria
e cercò di raggiungerlo.
Il walkman era stato risucchiato e lui cercò di afferrarlo, ma venne
risucchiato anche Nando e si ritrovò in una grotta, dove ritrovò anche il suo walkman
ma senza cuffie.
Per richiamare l’attenzione di zio Pepe prese due sassi e incominciò a fare
Rumore, ma lo zio non sentì; Nando continuò a far rumore e questa volta apparvero delle
ombre blu; cercò di parlargli ma non lo sentivano, assieme a loro c’era un adulto
che gli dava degli ordini.
Ad un certo punto davanti a sé vide un uomo vestito in modo molto strano, che lo
condusse nella caverna degli antenati.
Dentro la caverna c’era una bambina blu che si chiamava Ix, con cui diventarono amici.
Dopo pochi giorni poterono uscire; il cielo era grigio, non si
vedeva quasi niente e Nando si accorse che non era al suo paese ma quello di Ix.
Quando Ix gli disse che sarebbero venuti a prenderlo per catturarlo, lui scappò ma
quattro guardie gli balzarono addosso, lo afferrarono e lo portarono da Kisin, il
Flatulento, colui che lo avrebbe voluto offrire in sacrificio. Improvvisamente arrivò l’Halach
Uinic, l’uomo che aveva incontrato nella caverna e papà di Ix, che lo salvò e lo
portò con sé.
Vedendo i suoi piedi restarono a bocca aperta e dissero che lui era la
rincarnazione di Ah Pop e gli chiesero anche se con sé avesse il sole giallo, ma Nando
non capì.
Il giorno seguente Nando andò a vedere la partita di pok-a-tok con Ix. Finita la partita
si incamminarono per tornare a casa ma quando il papà di Ix li vide, li riportò
immediatamente a casa.
Il giorno successivo Nando doveva sottoporsi all’allungamento del cranio, quindi
lo misero a letto con due aste attaccate alla testa, ma non doveva restare lì tutto il
tempo, aveva due ore di pausa. Quindi uscì con Ix e decisero di attraversare la
giungla. Arrivarono alla canoa di Ix e poi navigarono fino alla caverna.
Arrivati alla caverna ritrovarono la canoa e Nando fece vedere il suo walkman
e IX, che rimase stupita e disse che quello era proprio il sole giallo che permetteva
ai maya di parlare con i bambini blu, i loro antenati.
Si sentì un colpo di tosse provenire da dietro una roccia. Nando andò a vedere e dietro c’era zio Pepe.
Ad un certo punto videro un ombra alta e ingobbita, con due bulbi bianchi in mezzo all’oscurità:
erano Kisin il Flatulento
Nando vide Ix e le sussurrò di avviare il walkman sott’acqua e apparvero i
bambini blu, l’ombra di Nando; saltarono addosso all’uomo e lo gettarono a
terra, ma Kisin si trasformò in un avvoltoio. I bambini cercarono di afferrarlo
L’ombra di Nando slegò Nando e lo zio.
Kisin, trasformatosi in un serpente, si era infilato in una crepa della roccia.
Nando e zio Pepe cercarono il coltello che Kisin aveva perso. Nando lo afferrò,
il serpente era uscito del tutto. Nando prese la mira, il serpente lo guardò e si
bloccò; vide decine e decine di iguane che l’avevano divorato.
Subito dopo si accorsero che il walkman non funzionava più, perché mancavano
le pile, quindi decisero che Nando avrebbe dovuto trasformarsi in un iguana; con l’aiuto di Ix, doveva uscire dalla caverna e con i soldi dello zio, recarsi in paese a comprare le pile e lanciargliele dalla lastra. Nando salutò tutti, si trasformò e se ne andò. Arrivato in paese comprò le pile, ritornò alla piramide e lanciò le pile. Nando prese l’aereo e ritornò dai suoi genitori.
GIUDIZIO: Mi è piaciuto molto questo libro perché amo il genera avventuroso e questo è uno dei libri più interessanti che io abbia letto.
A CHI CONSIGLIARLO: Io lo consiglierei a ragazzi dai 12 ai 14 anni.